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Medio Oriente - Una guerra soprattutto economica


Assadakah News - L'attacco missilistico di martedì scorso contro Israele, è costato all'Iran circa 200 milioni di dollari, (poco meno di 200 milioni di euro). Il sistema difensivo israeliano ha comportato una spesa molto più alta.

L'Iran ha lanciato 181 missili balistici in parte intercettati dal sistema di difesa grazie alla collaborazione americana, che con i cacciatorpediniere missilistici ne hanno intercettati 12. Il totale si aggira attorno a 200 missili, perché alcuni sono caduti lungo il percorso.

Un missile balistico con una gittata di 1.500-2.000 km è costoso. Le stime suggeriscono che agli iraniani sia costato almeno un milione di dollari produrre ogni missile, e hanno impiegato modelli avanzati come Emad e Kheibar, e persino il Fattah-1, che si dice sia ipersonico, ovvero può volare e manovrare a velocità superiori a cinque volte la velocità del suono, nel tentativo di ingannare i sistemi di difesa aerea che cercano di intercettarlo. Circa 200 milioni di dollari sono una bella somma per un bombardamento missilistico e certamente non una porzione insignificante delle scorte missilistiche dell'Iran. Tuttavia, dal punto di vista di Teheran, rappresentano un colpo relativamente leggero alle finanze nazionali, che comunque ricevono circa 35 miliardi di dollari all’anno per il commercio del petrolio.

D'altra parte la difesa israeliana per contrastare l'attacco ha utilizzato i missili Arrows oltre a ricorrere all' Iron dome. In questo caso i costi sono molto più alti, la stima è di circa 450 milioni di dollari. Secondo la Banca Mondiale, il PIL pro capite di Israele è più del doppio di quello dell'Iran: 50.000 dollari contro 20.000. Tuttavia, Israele è un paese di 10 milioni di persone, mentre l'Iran ne ha 90 milioni. La maggior parte dei finanziamenti per l'approvvigionamento dell'intercettore Arrow è arrivata dagli Stati Uniti, che hanno investito circa 4 miliardi di dollari nel progetto fino ad oggi. Finché gli Stati Uniti saranno disposti a continuare a finanziare i sistemi di difesa aerea di Israele, come hanno fatto per Iron Dome e David's Sling, il limite principale sarà il ritmo di produzione di Israel Aerospace Industries e Rafael, nonché l'approvvigionamento di componenti essenziali. Per gli israeliani ora l'upgrade della rete di difesa dagli attacchi aerei è rappresentata dai sistemi laser che entreranno in servizio dal 2025 i cui costi sono molto più limitati.

Questa è la politica americana che proclama di voler evitare una escalation ancora maggiore del conflitto: parole su parole, mentre nei fatti miliardi di dollari in armamenti per Israele.

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