Redazione Assadakah – Risale al 1972 la Convenzione UNESCO che elenca i luoghi di interesse storico e culturale nel mondo, come patrimonio dell’umanità. Un elenco di oltre mille località sparse in più di cento Paesi, che soddisfano almeno una parte dei dieci requisiti per entrare a farne parte. A questo punto subentra il World Heritage Fund.
In Medio Oriente la lista dei tesori storico-culturali è effettivamente eccezionale, espressione di una cultura millenaria.
Dall’Asia nord-occidentale all’Egitto, la regione denominata Medio Oriente comprende l’antica Persia, oggi Iran, e si estende attraverso tutta la penisola arabica, dove convenzionalmente ha poi inizio il territorio dell’Africa mediterranea. Una regione purtroppo funestata da numerosi conflitti, a causa della posizione geopolitica e delle ricchezze del sottosuolo, per non citare gli enormi danni provocati dalla guerra scatenata dall’Isis e dal fondamentalismo islamico, che imponeva la distruzione dei simboli di confessioni considerate infedeli.
Un esempio per tutti, i due Buddha di Bamiyan (risalenti a 1.500-1.800 anni fa), in Afghanistan, di cui i Talebani ordinarono la distruzione nel marzo 2001, secondo un decreto unanime dei 400 membri della Suprema Corte dell’Emirato Islamico. Oggi rimangono ancora in rovina, nonostante diversi tentativi di restauro, ai quali ha preso parte anche una azienda italiana.
Pur non considerata propriamente, in senso geografico e geofisico, territorio mediorientale, è necessario sottolineare che il “parco archeologico” più antico del mondo si trova in Armenia, sebbene il sito più antico in senso assoluto sia stato identificato a Gobekli Tepe, nella Turchia sud-orientale, risalente a oltre 11.500 anni fa.
Fra i tesori sopravvissuti, in condizioni più o meno gravi alla follia dell’estremismo religioso, Hatra e Nimrud sono due importantissimi siti in Iraq, risalenti al regno dei Parti e degli Assiri, ma purtroppo non rimane molto da ammirare dopo il passaggio dei bulldozer dei militanti di Daesh, per altro alimentato non poco dal traffico illegale di reperti archeologici.
In Iran si trova Persepolis, fatta erigere da Dario il Grande e simbolo di una delle più antiche civiltà del mondo (regno Achemenide nel 520 a.C.) con una storia e una cultura affascinanti, oltre ad altri numerosi siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale.
Passando in Siria, l’UNESCO ha incluso nella lista dei patrimoni dell’umanità diversi siti, fra cui Krak de Chevaliers, uno dei castelli meglio conservati al mondo, costruito dall’Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni fra il 1142 e il 1271, su una collina antistante il mare. Nel corso della guerra civile siriana, che non è del tutto finita, la fortezza era stata occupata dalle truppe antigovernative fin dall’inizio delle ostilità, e sistematicamente bombardata dalle forze armate del governo. Il 20 settembre 2013 le truppe regolari siriane hanno riconquistato il castello, che non risulta aver subito gravi danni durante i combattimenti.
In Libano si trova invece la meravigliosa Baalbek, antico insediamento fenicio con monumentali templi risalenti al periodo Ellenistico, quando era nota come Heliopolis. Durante la dominazione romana la città attirava migliaia di pellegrini, per adorare Giove-Baal, e molti altri dei. Il luogo, comprende costruzioni realizzate con i più grandi blocchi di pietra mai osservati. Nel 2006 la cittadella ha subito bombardamenti da parte delle forze armate israeliane.
Non si può non nominare il vasto insediamento di Petra, in Giordania, capitale dell’antico popolo dei Nabatei, a partire dal 1° secolo a.C. e fondamentale crocevia fra la penisola arabica e le terre cinesi, egiziane, siriane e indiane, dove si incrociavano tutte le carovane dell’antichità che esercitavano il commercio di tessuti preziosi e spezie.
In Egitto, naturalmente, primeggiano le piramidi di Giza, Memphis e la Valle dei Re, che non hanno certo bisogno di preamboli. Le piramidi poi sono l’unica meraviglia rimasta fra le sette dell’antichità e ancora oggi, dopo molti millenni, il motivo è oltremodo evidente.
Gerusalemme, purtroppo ancora al centro di drammatici avvenimenti, è a sua volta patrimonio mondiale UNESCO, ma questo pare non sia motivo sufficiente per una convivenza inter-culturale e religiosa che sia di esempio. E’ una delle città più antiche del mondo, con le mura del centro storico che risalgono a oltre tremila anni fa. Attraversare i quartieri musulmano, ebraico, armeno e cristiano, è come fare una passeggiata attraverso la storia.
Negli Emirati Arabi Uniti, ai piedi del monte Hafit, si trova la testimonianza di antichi insediamenti nella regione desertica. Abitata fin dal 4000 a.C. la zona conserva resti di numerose culture preistoriche. Tombe a tumulo, tombe circolari, pozzi ed edifici residenziali, con figure di animali e persone incise nella pietra, che risalgono circa al 2700 a.C.
In Oman, oltre alle più affascinanti moschee dell’Islam, si trova uno dei più grandi di architettura tipica del Medioevo, il Forte di Bahla, costruito fra il XII e il XIV secolo. Situata ai piedi dei monti chiamati Djebel Akhdar, la massiccia fortezza presenta molte torri, moschee e pozzi ed è considerato il più importante sito archeologico nazionale dall’UNESCO.
Dal punto di vista della biodiversità, il posto d’onore è da assegnare a Socotra, isola dell’arcipelago che politicamente appartiene allo Yemen, a sua volta ancora sconvolto da una sanguinosa guerra civile.
Socotra è uno delle più evidenti dimostrazioni di varietà di flora e fauna, con vegetali e animali non presenti in nessun’altro luogo del pianeta, e a tal proposito è nota come “Galapagos dell’Oceano Indiano”.
Di certo, quello attuale è un momento molto delicato per i beni storici e culturali, specie per il Medio Oriente e il continente africano, con devastazioni su larga scala, profanazioni e distruzioni. Sul fronte della salvaguardia e della conservazione, molti governi sono profondamente impegnati, con reparti appositamente formati fra le forze di pace in numerosi contesti. Un lavoro notevole è quello della ICCROM, e in particolare della sede a Sharjah, negli Emirati Arabi, sfruttando i meccanismi di collaborazione regionale e l'impegno della comunità, in una regione in cui sono presenti molti rischi, ma anche notevoli opportunità.
In collaborazione con gli Stati membri arabi, l'ICCROM-ATHAR ambisce a proteggere il patrimonio culturale della regione araba e ad ampliare l'accesso, la valutazione e la comprensione della sua storia, concentrandosi su beni architettonici e archeologici in genere. Parallelamente, l’obiettivo è di migliorare la capacità delle istituzioni ufficiali locali nella gestione dei siti del patrimonio e delle collezioni museali su base sostenibile, tramite una serie di attività formative regionali sul campo, formazione, consultazione, diffusione di informazioni, convegni, workshop e seminari.
La missione dell’ICCROM-ATHAR è generosamente sostenuta da Sua Altezza lo Sceicco Sultan bin Mohammed Al Qasimi, Membro del Consiglio Supremo ed Emiro di Sharjah, nonché da Stati membri e altri partner.
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