Talal Khrais - Continuano gli scambi a fuoco alla frontiera libanese, fra esercito israeliano e Hezbollah. Il movimento ha recentemente deciso di non rimanere inattivo, nel caso in cui Israele cercasse di entrare via terra a Gaza. Finora, i colpi sono sporadici ma stanno aumentano in modo costante, e si teme che si il conflitto si espanda, e che città israeliane e libanesi potrebbero essere obiettivi di scontri a fuoco. La decisione di Israele di chiudere 4 km con il Libano, secondo gli analisti è un segnale di probabile, e non più solo possibile escalation. Limitato anche il servizio di geolocalizzazione Gps a sud dell’enclave palestinese.
L'esercito israeliano, in preparazione di una invasione di terra, continua ad ammassare uomini e mezzi lungo la barriera di separazione con la Striscia di Gaza. Secondo le organizzazioni umanitarie, insieme ai continui e prolungati blackout di internet, la situazione mette ulteriormente a rischio la popolazione civile, sottoposta a intensi bombardamenti da cielo e mare. Ancora chiuso il valico di Rafah, verso l'Egitto, unico punto di passaggio per i profughi in fuga, che per altro si stanno ammassando in attesa.
A Gaza la situazione è drammatica, nostri fonti riferiscono che anche nella notte appena trascorsa i bombardamenti sono stati praticamente continui. La Gaza Civil Defence sostiene che almeno mille persone risultano disperse sotto le macerie degli attacchi israeliani, cominciati oltre una settimana fa in risposta a una offensiva di Hamas nel sud di Israele. L'Unrwa - agenzia ONU per i rifugiati palestinesi - riporta invece che 400mila persone stanno trovando rifugio nelle scuole che dirige: "E' una disgrazia totale" ha scritto l'organismo in un tweet, aggiungendo che anziani, bambini, donne incinta e disabili sono stati privati della loro dignità. UNRWA informa che 14 operatori sono stati uccisi durante le operazioni.
Israele ha intanto ordinato l'evacuazione dei cittadini che risiedono in 28 villaggi a 2 chilometri dal confine con il Libano, dove due giorni fa si sono intensificati gli scambi a fuoco con Hezbollah, causando la morte di un giornalista dell'agenzia Reuters e di un soldato israeliano.
Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, secondo il quale la situazione, nel Sud del Libano, resta, purtroppo, ad alto rischio, ha dichiarato: “Il mio ministero, attraverso Smd, Covi, tutte le strutture della Difesa e l'intero governo, mantiene la situazione sotto controllo, monitorando ogni minuto l'evolversi dei fatti, delle condizioni sul terreno e le possibili evoluzioni. Qualora ci fossero o si concretizzassero nuovi pericoli, come quelli che solo ieri hanno determinato la mia decisa scelta di far rientrare in Italia i Carabinieri della missione addestrativa di stanza a Gerico, verrà fatta seguita la procedura prestabilita. Se percepirò che i nostri contingenti entrassero in pericolo la scelta sarebbe scontata, anche perché i nostri militari sono lì, in Libano, con regole di ingaggio molto chiare che non prevedono né la preparazione né l'attrezzatura per qualcosa di diverso da Unifil, che è un'operazione di monitoraggio. Per quanto riguarda il razzo che ha colpito il quartier generale della missione Unifil, sud del Libano, a Naqoura, a cui prendono parte anche 1.103 militari italiani, si tratta di un missile deviato e che non ha causato alcun danno. Non era un missile lanciato sulla base italiana, ma di una traiettoria accidentale che è caduto lontano dalla base dei nostri soldati. Rimane, però, che la situazione resta quella che è, cioè comunque grave".
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