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Medio Oriente - Riflessioni sul cessate-il-fuoco 1/3

Assadakah News - Una interessante ed esauriente intervista, quella rilasciata da Talal Khrais, presidente della associazione internazionale di amicizia italo-araba Assadakah, corrispondente dell’Italia e per la Santa Sede della National News Agency di Beirut, nonché corrispondente di guerra in numerose occasioni. Una riflessione sulla situazione presente e gli sviluppi nell’immediato futuro, rilasciata a Radio KulturaEuropa, in occasione dell’accordo sul cessate-il-fuoco fra Israele e Hezbollah, e soprattutto a danno della popolazione libanese, che ha subito migliaia di morti e feriti.

…Ho alle spalle 34 anni di corrispondenza in prima linea, e non ho mai visto bombardamenti a al punto massicci su una città indifesa, e capitale di uno stato sovrano indipendente. Ho visto autobombe a Damasco e in Libia, ma nell’arco di pochi minuti le bombe che sono cadute su Beirut è un fatto senza precedenti. Bombe su inermi campi profughi palestinesi vicino a Tiro, dove sono morti molti bambini, palazzi rasi al suolo. Questa non è guerra, ma genocidio nel vero senso del termine. Sono sicuro che non riconoscerei il mio quartiere, al limite esterno della periferia sud di Beirut, cioè fuori dal raggio d’azione martellati dai caccia israeliani. Non ho ancora saputo se la mia casa è ancora in piedi, perché non è possibile entrare nella via dove si trova, a causa di molti missile e bombe inesplosi e le ragioni di sicurezza, l’esercito libanese non permette il transito. Una situazione drammatica.

 “La diplomazia internazionale certo, a questo punto si è dovuta attivare, per gli interessi internazionali, con l’Italia in testa per la presenza del contingente Unifil con oltre mille soldati che si trovano fra due fuochi. Ma siamo a questo punto perché l’Italia e l’Europa dovevano attivarsi e imporre il cessate-il-fuoco ben prima di oggi, oltre alla credibilità delle Nazioni Unite. Io non dò ragione a Hezbollah e non dò ragione a Hamas, perché in effetti anche la Resistenza dovrebbe calcolare il costo di vite che una iniziativa può comprendere. Solo in Libano, a parte la Striscia di Gaza, parliamo di circa 5.000 morti e molte migliaia di feriti in due mesi, distruzione dovunque, specialmente nella sola periferia sud di Beirut, dove sono stati distrutti oltre 1.200 palazzi. Vediamo che Hezbollah continua a lanciare missili, ma dobbiamo tenere presente che molti vengono intercettati, e poi un missile è ben diverso da un massiccio e continuo bombardamento aereo. Una macchia nella coscienza della comunità internazionale…”(segue)

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