Assadakah News - Nessun passo indietro, nessuna ipotesi di cessate il fuoco, gli scontri tra Israele e Hezbollah continuano. Questo pomeriggio un attacco aereo ha preso di mira un importante leader di Hezbollah nella periferia sud di Beirut. Fonti citate dai media israeliani hanno affermato che l'attacco nella roccaforte di Dahiyeh aveva come obiettivo il capo delle forze aeree, in gran parte responsabili della flotta di droni del gruppo terroristico, nonché dei missili da crociera e delle difese aeree.
In tarda serata, ora italiana, le forze di difesa israeliane hanno annunciato una nuova ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale.
L'Idf ha confermato di aver attaccato "in modo mirato" nella capitale libanese: il bilancio delle vittime è di due morti e quindici feriti, tra cui una donna in gravi condizioni. L'obiettivo del raid, il cui successo è stato confermato, era il comandante soprannominato "Abu Saleh", la cui morte è stata confermata. Secondo un altro rapporto, l'attacco è stato effettuato utilizzando tre missili vicino alla zona in cui si trovava il capo delle operazioni di Hezbollah, Ibrahim Aqil, ucciso lo scorso fine settimana.
Non ci sono stati commenti sull'attacco da parte di Israele, che ha affermato di aver colpito circa 75 obiettivi di Hezbollah durante la notte nel Libano meridionale e nella valle della Bekaa, fortezza di Hezbollah a un passo dal confine siriano. Tra gli obiettivi c'erano terroristi, edifici militari e depositi di armi, ha affermato l'esercito, pubblicando i filmati degli attacchi. Sono, invece, 57 i razzi che sono stati lanciati questa mattina dal Libano verso Israele. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa, citate da Haaretz. In sostegno a Hezbollah, intanto, arriva anche il leader degli Houthi dello Yemen, che ha affermato che i ribelli sostenuti dall'Iran "non esiteranno a sostenere il Libano e Hezbollah". In un discorso televisivo, Abdul Malik al-Houthi ha descritto l'azione di Israele in Libano come "un'aggressione pianificata in anticipo" che "è in atto da anni", aggiungendo che Hezbollah è "più forte che mai".
Naufraga l'ipotesi tregua
Quanto alle pressioni internazionali per una tregua, la linea di Israele sembra essere confusa nelle ultime ore, almeno nella comunicazione. Secondo il Time of Israel, Israele e Libano avevano offerto privatamente ai mediatori il loro sostegno per un cessate-il-fuoco di 21 giorni sulla Linea Blu che i due Paesi avevano concordato separatamente, prima che fosse annunciato in una dichiarazione congiunta guidata da Stati Uniti e Francia ieri sera. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha preso poi le distanze dalla proposta dopo il suo annuncio, affermando che Israele che la Idf continueranno a colpire Hezbollah con tutta la forza.
Voci diplomatiche dentro e fuori il Paese ritengono che questa sia una precisa strategia, un'estensione del modo in cui ha gestito i colloqui sugli ostaggi a Gaza, accettando privatamente di mostrarsi flessibile solo per rilasciare subito dopo dichiarazioni pubbliche volte a calmare la sua base politica, ma che rischiano di ostacolare i progressi nei negoziati. Su questo punto, i conti continuano a non tornare. Secondo quanto ribadisce la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, la proposta era stata "coordinata con Israele". Jean-Pierre, tuttavia, assicura che i team continuano a discutere in seno alle Nazioni Unite e che potrebbero giungere ulteriori novità durante il resto della giornata.
Secondo alcuni media arabi, prima dell'attuale proposta, si sarebbero già svolti dei colloqui per cercare di arrivare a una risoluzione immediata del conflitto. Secondo quanto riportato da Asharq Al-Awsat, citando un funzionario libanese anonimo, la precedente proposta sarebbe stata incentrata su un nuovo modo di applicare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2006, che stabilisce il trasferimento di Hezbollah di circa 30 chilometri a nord del confine con Israele. Gli iraniani avrebbero comunicato di essere disposti a discutere solo se la questione fosse collegata alle sorti della Striscia di Gaza, ma Israele ha rifiutato di proseguire su questa strada.
Tel Aviv, dunque, sceglie di proseguire sulla strada dell'offensiva di terra. Le Forze di difesa si stanno preparando, secondo quanto riferito dal capo di Stato maggiore Herzi Halevi. "Potete sentire gli aerei in volo, stiamo attaccando tutto il giorno. Sia per preparare l'area alla possibilità di un vostro ingresso (in Libano), sia per continuare a provocare colpi a Hezbollah", ha detto Halevi ai militari durante un'esercitazione della 7a Brigata corazzata. Anche il capo delle forze aeree israeliane si è detto pronto ad assistere le truppe nelle operazioni di terra contro Hezbollah. Halevi, nella giornata di ieri aveva promesso una "risposta molto forte" contro i miliziani sciiti, in seguito all'attacco su Tel Aviv e nel centro di Israele. E intanto sono oltre 31mila le persone che dal Libano hanno attraversato il confine con la Siria negli ultimi due giorni. Nelle ultime 48 ore, le autorità libanesi hanno registrato l'ingresso in territorio siriano di 15.600 cittadini siriani e 16.130 cittadini libanesi, si legge in una nota dell'Unità di gestione delle catastrofi del Paese.
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