Assadakah News - Importante intervento di Talal Khrais sugli schermi dell’emittente ByoBlu sullo scenario attuale del Medio Oriente e sullo stato della politica internazionale, mentre lo stato ebraico vuole realmente realizzare la visione del “Grande Israele” dall’Eufrate al Nilo, per cui le truppe Onu dovrebbero evacuare le basi in Libano. "La differenza fra un decennio fa e oggi è che prima Israele era governato dal partito laburista, che cercava una soluzione, anche se su scala ridotta, per la questione palestinese. Oggi invece al governo ci sono integralisti religiosi e fanatici che credono veramente in questa assurda visione di uno stato ebraico dall’Eufrate al Nilo. Il discorso va oltre la guerra a Gaza, o contro il Libano, perché questo governo, malgrado abbia ridotto Israele in bancarotta, con il fallimento di oltre 30mila attività commerciali e aziende, insiste in questa follia. Per altro, non è la prima volta che Israele butta fango in faccia alle Nazioni Unite, fin dal 1978, da quando ha avuto inizio la missione Unifil, e a confermare questo ci sono centinaia di vittime.
Al governo israeliano non importa di niente e di nessuno, senza parlare del rispetto per i diritti umani e le leggi internazionali. Si fanno solo parole, tanti discorsi ufficiali senza alcun senso logico e quindi senza alcun valore: se non si adottano misure drastiche, con delle apposite sanzioni e con decisioni serie che comprendano anche la rottura delle relazioni diplomatiche e l’isolamento, questa gente non si ferma. I governanti israeliani hanno avuto addirittura il coraggio di chiedere di evacuare le basi Unifil e spostarsi cinque chilometri più a nord perché loro possano invadere il Libano senza essere disturbati, e compiere i loro crimini. Non è tollerabile, è gravissimo, e il rischio è che l’atteggiamento assolutamente ambiguo di Washington possa portare l’Onu a cedere a queste richieste. Una cosa però è sicura: se le Nazioni Unite cedono, i libanesi non lo faranno mai. Forse gli israeliani non hanno ancora imparato la lezione del recente passato, o non la vogliono imparare, quando hanno fatto la stessa cosa, invadendo il Libano nel 2006, nella assoluta indifferenza della comunità internazionale: poche migliaia di uomini di Hezbollah hanno respinto rovinosamente quella che si presentava come invincibile macchina israeliana.
Attualmente ci sono ben tre divisioni dell’esercito israeliano in Libano, e ogni volta che tentano di avanzare sono costrette a tornare al punto di partenza dopo avere raccolto molti morti. I libanesi non accetteranno mai che Israele invada il proprio territorio, e quello che è accaduto in passato, accadrà ancora, a prescindere dalla presenza o meno della missione Unifil, che per altro è un controsenso in termini, visto che per quanto riguarda l’Italia, viene mantenuta la missione Unifil insieme al fatto che si continua a dare armamenti a Israele.
Cosa farà adesso il governo libanese? Io sono un giornalista della vecchia scuola, e ho ben presente gli avvenimenti passati. Purtroppo, coloro che avrebbero la possibilità di porre un freno alla pazzia israeliana, oggi sono in contrasto fra loro. Una volta potevamo vedere Stati Uniti, Russia e Cina su schieramenti ben definiti, ma che potevano trovare un accordo sulle Risoluzioni Onu se si trattava di un Paese terzo e della stabilità in Medio Oriente. I garanti del diritto e della legge internazionale oggi non sanno più che pesci prendere, come ad esempio la Francia, una volta ben più determinata e decisa, che oggi invece mostra un atteggiamento timoroso. Purtroppo devo dire che oggi chi decide sarà il campo di battaglia. L’Europa, e specialmente l’Italia, hanno perso sovranità, autorità, sicurezza e credibilità. Negli anni ‘80 ho avuto occasione di intervistare tutti i diversi leader politici italiani, i vari Berlinguer, Craxi, Pajetta, Almirante, Spadolini e altri, ed emergeva una leadership con riconosciute capacità e autorità. Erano politici di diversi schieramenti, che però avevano una visione unificata e condivisa della politica estera. Oggi se ma mia agenzia stampa, la National News Agency di Beirut, mi chiede di intervistare qualche ministro o leader politico, sono preso da un profondo senso di disgusto, non ho voglia di incontrare questi pseudo-politici che sono più dei commedianti comici che dei leader. A parte le vicende giudiziarie, devo riconoscere le capacità e la credibilità di un Craxi che ha sfidato il colosso americano sulla questione Sigonella, o il Berlinguer che poteva incontrare capi di stato e ministro sullo stesso piano se non da un livello anche superiore.
Oggi non riesco a credere che un ministro come quello della Difesa, cioè Crosetto, abbia una tale autorità a livello internazionale. Crosetto, in quanto titolare di un ministero fra i più fondamentali in una situazione come quella che stiamo vivendo, doveva affrontare a muso duro Israele e fare immediato ricorso all’Onu perché venga messo in pratica lo Statuto che autorizza i Caschi Blu a imporre la pace e le sanzioni adatte, visto che non è la prima volta che Israele colpisce le basi Onu. In passato, gli israeliani hanno addirittura osato lanciare bombe al napalm sulle basi Onu dove si erano rifugiati tantissimi libanesi.
Oggi il problema, in particolare dell’Italia, è la mancanza di una leadership in grado di fare valere la propria autorità, invece si fa solo della vuota demagogia e ipocrisia. Si fa un gran parlare della soluzione a Due Stati poi quando si tratta di votare il provvedimento in sede Onu, l’Italia si astiene. Quando si vota per il cessate-il-fuoco a Gaza l’Italia si astiene. Due pesi e due misure, questa è serietà? Quale immagine può dare un presidente del Consiglio come Giorgia Meloni che si preoccupa di postare le proprie foto su Facebook insieme al compagno? Questo è un rovinoso crollo di autorevolezza e credibilità, e a risentirne è l’intero Paese. La classe politica italiana ed europea manca assolutamente di figure in grado di assumere il ruolo di garante della pace, per cui il Libano deve difendersi da solo, e lo sta facendo: dopo avere raso al suolo Gaza, annunciando di volere distruggere Hamas, gi israeliani non hanno ancora fatto niente del genere, e in due settimane, non sono riusciti ad avanzare di un solo metro in Libano. Sono solo capaci di uccidere donne e bambini, ma quando devono affrontare veri combattenti, non sono in grado. La decisione la darà il terreno di scontro, ma sono convinto che Israele si sta confezionando un suicidio politico con le proprie mani".
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