Roberto Roggero* - Da sempre il Medio Oriente è una delle regioni più instabili del mondo, e la situazione è peggiorata dall’ottobre 2023 quando, in seguito all’attacco di Hamas contro Israele, il governo sionista ha scatenato una repressione senza precedenti, cogliendo l’occasione per “regolare i conti” con i nemici storici Hamas, Hezbollah e Iran.
Una fase di profondo cambiamento politico, militare, sociale, economico e psicologico, in quel quadrante di mondo che va da Istanbul a Teheran e attraversa Beirut, Damasco, Baghdad, Amman, il Cairo e Riyadh.
Dall’ottobre scorso, sono state oltrepassate diverse “linee rosse”, che delimitavano lo spettro del politicamente e militarmente ammissibile, e ha incrinato il mito dell’invulnerabilità e dell’invincibilità di Israele, che si è scoperto esposto ai duri colpi degli avversari, nonostante la schiacciante superiorità economica e tecnologica. In sostanza, una sorta di 11 settembre locale, che ha scatenato la rabbia dell’intero Paese e ha spinto il governo all’azione, e chiudere i conti con l’Asse di Resistenza, secondo ciò che prescrivono le Scritture, cioè “occhio per occhio”, abbandonando ogni pretesa di proporzionalità nella risposta ad un’offesa armata, con l’intento non solo di neutralizzare le minacce, ma di annullare i sistemi di potere e le leadership politiche che le generano.
In questo calcolo, non esiste limite predefinito, o pressione che possa avere effetto, anche se proviene da Stati Uniti o Paesi europei, né non esiste modalità operativa o danno collaterale inaccettabile.
Le troppe, vittime civili palestinesi sono un prezzo che Tel Aviv è disposto a pagare, poiché rientrano in una valutazione esclusiva in cui è in ballo la sopravvivenza stessa dello Stato israeliano. L’accettazione di questa logica mostra, purtroppo, gli aspetti più inquietanti della trasformazione sociale e psicologica di Israele e la sua virata verso modelli identitari a forte connotazione religiosa e, dunque, millenarista, simili a quelli di India e, paradossalmente, dello stesso Iran.
(*Direttore responsabile Assadakah News)
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