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Medio Oriente - Avvicendamento dei contingenti italiani

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - Si è conclusa ieri, 1 febbraio, la missione la missione in Libano della Brigata Sassari. Durata sei mesi, la missione era iniziata il 2 agosto scorso, con il passaggio di consegne con gli alpini della Brigata Taurinense, sotto la guida del generale Stefano Messina, 47esimo comandante dei Dimonios.

Circa 80 militari della “Sassari”, al comando del generale Stefano Messina, giungono oggi ad Alghero, dove ad accoglierli ci saranno i familiari e le più alte cariche istituzionali del territorio. Gli altri, circa 1120, torneranno a casa nei prossimi giorni.

Quella che si sta concludendo è la terza missione in libano dopo il mandato semestrale del 2016 e del 2020-21. L’Italia in ambito Unifil è presente nella zona dal 1978. Iniziata ad agosto, è stata una missione particolarmente delicata, segnata dalle forti tensioni.

Con il rientro della brigata Sassari, i Carabinieri per la European Union Border Assistance Mission, EUBAM, hanno raggiunto il valico di Rafah, inquadrati nella Forza di Gendarmeria Europea, EUROGENDFOR, a supporto della missione.

I militari italiani stanno operando in un contesto di emergenza umanitaria e hanno il compito di coordinare i passaggi fra Striscia di Gaza ed Egitto, dei feriti e malati palestinesi, fino a un massimo di 300 al giorno, garantendo assistenza e protezione.

EUBAM-Rafah è stata avviata dall’Unione Europea su richiesta di Israele e dell’Autorità Palestinese, con il pieno sostegno dell’Egitto. Nei giorni precedenti, la Difesa, con la guida del Comando Operativo di Vertice Interforze, ha coordinato il trasferimento a Rafah dei carabinieri e dei militari della Guardia Civil spagnola e della Gendarmerie francese, venti in tutto le forze presenti, parte della forza internazionale. EUBAM-Rafah rappresenta una misura concreta per sostenere l'accordo recente del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. L’Italia ha supportato con forza l’iniziativa, confermando vicinanza e solidarietà nei confronti della popolazione in difficoltà, duramente provata dal conflitto, in linea con il diritto umanitario.

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