Assadakah News - "Tutti speriamo e preghiamo che il cessate il fuoco si realizzi (in Libano) perché la sua assenza significherà più distruzione, più guerra, più disumanizzazione, piu' odio e piu' amarezza, che condanneranno il futuro della regione a più conflitti, più uccisioni e più distruzione". Lo ha detto oggi Ayman Safadi, ministro degli Esteri della Giordania, alla sessione di apertura della decima edizione dei Med Dialogues, il forum internazionale organizzato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (Maeci) e dall'Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi).
"Non possiamo più aspettare, dobbiamo trasformare le nostre considerazioni in azioni, altrimenti ogni giorno che passerà sarà peggiore del precedente, per tutti".
E' l'esortazione lanciata dal Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri e degli Espatriati della Giordania, Ayman Safadi, in apertura dei Med Dialogues a Roma. "Noi Arabi siamo pronti per trovare soluzioni a garanzia della pace e della sicurezza di tutti. L'insicurezza in tutta la nostra regione è riconducibile all'annoso conflitto tra Israele e Palestina. Fin quando non lo risolveremo alla radice, non ci potrà essere pace e prosperità per nessuno", ha insistito Safadi.
"Siamo brutalmente coscienti dell'orrore in corso a Gaza, un cimitero per i bambini, per i valori internazionali. E' andato tutto distrutto. Lo stesso accade in Libano. Se i conflitti continuano ci sarà sempre più violenze, distruzioni e disumanizzazione. Dobbiamo prendere in considerazione gli effetti a lungo termine", ha valutato il ministro giordano. "In Cisgiordania, dal 7 ottobre, è andato distrutto tutto quello che e' stato costruito in anni e anni, anche le speranze di pace si sono chiuse", ha deplorato.
Altrettanto cruciale è, secondo il diplomatico, la risoluzione del conflitto in Siria, più lontano dai riflettori internazionali, che ha un costo gravoso di "milioni di sfollati, povertà, instabilità, crescente terrorismo e narcotraffico. Ci vuole una soluzione politica immediata per la Siria, una delle radici del problema dell'immigrazione che preoccupa tanto i nostri partner europei", ha proseguito Safadi.
Il capo della diplomazia giordana ha infine sottolineato l'urgenza di un cessate il fuoco permanente a Gaza e di massicci sforzi umanitari per far fronte alla catastrofe umanitaria, assieme a tutti i partner.
"Senza una soluzione durevole al conflitto non ci sarà pace e sicurezza per i palestinesi - il cui diritto a vivere sul proprio territorio va garantito - per gli israeliani, per i libanesi e per tutti i popoli della regione. Senza pace non potremmo far fronte alle altre sfide quali istruzione, occupazione, cambiamenti climatici e cooperazione. Chiediamo anche l'applicazione equa del diritto internazionale e il rispetto dei valori umanitari", ha concluso Safadi.
"In Europa, c'è una tremenda preoccupazione per la migrazione. E lo capiamo perché siamo il più grande ospite pro capite di rifugiati al mondo. Comprendiamo che questa e' una sfida che deve essere affrontata. Ma affinche' questa sfida venga affrontata, dobbiamo risolvere le cause profonde dei problemi di migrazione e rifugiati". In Siria "una soluzione politica deve essere implementata immediatamente. Se trovassimo "una soluzione politica che ponga fine alla crisi siriana e garantisca sostanzialmente la sua sovranità, indipendenza, integrità territoriale e sicurezza del suo popolo. Così risolveremmo il problema, e avremmo quindi creato le condizioni favorevoli per i rifugiati per tornare nel loro Paese".
Il mondo arabo e' pronto, disposto e in grado di lavorare con tutti per realizzare una pace giusta che garantisca i diritti dei palestinesi e la sicurezza di Israele. Lo ha detto oggi il vicepremier e ministro degli Affari esteri della Giordania, Ayman Safadi, alla decima edizione dei Med Dialogues, il forum internazionale organizzato dalla Farnesina e dall'Istituto per gli Studi di politica internazionale (Ispi). "Se non ripristiniamo la speranza, la regione esplodera'. Non possiamo semplicemente normalizzare il conflitto. Dobbiamo essere onesti gli uni con gli altri. Dobbiamo dire che la sicurezza del Medio Oriente e' la sicurezza dell'Europa, abbiamo solo una regione e questa regione deve unirsi. Dobbiamo ripartire, passare dalla modalita' di gestione della crisi alla risoluzione della crisi. E per farlo, avete dei partner nella regione. Come ho detto, noi nel mondo arabo siamo pronti a realizzare una pace giusta che garantisca i diritti dei palestinesi e la sicurezza di Israele. E poiche' vanno di pari passo, comprendiamo pienamente che se i diritti dei palestinesi non saranno pienamente rispettati e se il diritto di Israele alla sicurezza non sara' rispettato, non avremo mai quella pace che tutti meritiamo", ha concluso Safadi.
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