Assadakah Roma News – Importante giornata quella di oggi, alla 24a Edizione del MEAT (Mediterranean Exchange of Archaeological Tourism), Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico in svolgimento a Paestum. Fra gli eventi della giornata, da segnalare il convegno “Archaeology and Tourism, Italian Cooperation in Palestine”, a cura del Dipartimento dell’Istituto Italiano di Studi Orientali dell’Università La Sapienza, al quale sono intervenuti, fra altri ospiti di fama, Rula Maayah Ministro del Turismo e delle Antichità Palestina; Paolo Andrea Bartorelli, responsabile dell’Ufficio VI-Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Giuseppe Fedele Console Generale d’Italia a Gerusalemme; Guglielmo Giordano Responsabile Sede di Gerusalemme – Palestina Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; e Giovanni Scepi Culture Program Officer UNESCO Palestine.
Premiato anche Zahi Hawass Direttore della Missione Archeologica per la scoperta archeologica della città voluta dal faraone Amenhotep III, e riaffiorata nei pressi di Luxor.
L'evento clou della giornata è stata la cerimonia di consegna del Premio “Paestum Mario Napoli” a Esma Cakir, presidente della Associazione della Stampa Estera in Italia, in occasione del 110° anno della fondazione, che ha poi dichiarato: “Ringrazio di cuore la Giuria per questo importante riconoscimento, e colgo occasione per confermare e rinnovare il più profondo impegno da parte dei colleghi corrispondenti per il lavoro di ogni giorno nella divulgazione della realtà italiana e non solo, da parte di tutti i 450 giornalisti provenienti da 55 Paesi. Credo di parlare a nome di tutti affermando che, pur amando naturalmente i nostri rispettivi Paesi, in Italia ci sentiamo proprio come a casa nostra…!”
Particolare attenzione anche per la cerimonia di premiazione della 8a Edizione dell’International Archaelogical Discovery Award, intitolato a Khaled Al Asaad, archeologo e scrittore siriano, nonché custode ufficiale del sito di Palmyra, rapito, torturato e barbaramente ucciso dall’Isis il 18 agosto 2015, durante la drammatica guerra civile, perché, secondo le versioni ufficiali, si è rifiutato di rilevare il nascondiglio delle opere d’arte più antiche e preziose, salvandole così da distruzione certa.
L’archeologia e la cultura in genere ricordano in tal modo Khaleed Al Asaad, figura di riferimento internazionale, considerato uno dei più importanti pionieri nel campo dell'archeologia in Siria nel ventesimo secolo, che dal 1963 è stato direttore del museo e del sito archeologico di Palmyra, carica che mantenne per più di 40 anni, fino al momento della pensione. Asaad lavorò sin dal 1960 con colleghi statunitensi, francesi, tedeschi e svizzeri nell'indagine sulle prime civiltà a Palmyra, ed è stato proprio grazie alla conoscenza dell’aramaico antico e al suo lavoro (pubblicato in oltre venti libri) che nel 1980 l’Unesco ha inserito Palmyra fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità.
La cerimonia ha avuto inizio con i saluti di Franco Alfieri, sindaco di Paestum. Dopo l’intervento di Ugo Picarelli Fondatore e Direttore di MEAT, si sono alternati Rachid Chamoun Rappresentante del Ministero del Turismo del Libano nel presso il Consiglio d’Europa, quindi ha preso la parola Mohamad Saleh, attuale direttore per il Turismo di Palmira.
Il premio è stato quindi consegnato a Fayrouz Al Asaal, figlia dell’archeologo a cui è intitolato il riconoscimento e archeologa a sua volta, la quale non è estranea alla manifestazione alla quale ha preso parte nelle passate edizioni, e che in più occasioni ha dichiarato: “Non avrei mai pensato che la vita mio padre potesse finire in quel modo così cruento. Ho sempre pensato che il giusto premio per il suo impegno a Palmira, che continuava anche dopo il pensionamento, fosse una vecchiaia serena da passare con i suoi cari nei luoghi che ha sempre amato. Tuttavia non avrebbe sopportato di vedere lo scempio che è stato fatto della sua città, e forse è questa la chiave di lettura con cui possiamo interpretare ciò che è successo, pensando che un uomo come lui non avrebbe potuto fare altrimenti. E’ un onore per me sapere che ogni anno mio padre viene ricordato a Paestum. Sapere che il suo gesto e il suo nome non verranno dimenticati nel tempo è motivo di conforto per me e per la mia famiglia. Spero che tutte le persone che amano Palmira si adoperino affinché torni ad essere quello che era prima. Per noi che vogliamo tornare a vivere nella terra in cui siamo nati e per ridare al mondo un patrimonio che gli appartiene. Mi piacerebbe che la ricostruzione di Palmyra e di tutti quei siti archeologici che hanno subito la stessa sorte, diventi veicolo di pace, esempio di amore fra tutti i popoli".
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