Lorenzo Utile – La Mauritania, oltre ai tesori naturali, archeologici e storici, conserva anche un più che notevole patrimonio culturale, in particolare a Chinguetti, città dove si trovano le biblioteche che custodiscono i tesori letterari risalenti a diversi secoli fa. La città di Chinguetti un tempo era punto di passaggio sulle piste carovaniere del Sahara, e ospita ben 13 biblioteche con oltre seimila manoscritti, che spaziano dallo studio delle leggi islamiche, alla letteratura, alla matematica e molto altro ancora.
La conservazione di questi tesori, alcuni dei quali risalgono al XII secolo, non è cosa di poco conto, specie se si considera che Chinghuetti di biblioteche ne vantava circa una trentina, con opere provenienti da tutto il mondo, e tesori raccolti in centinaia di anni di pellegrinaggi alla Mecca e altri viaggi. Il deserto del Sahara, però, si sta espandendo e, poiché la sabbia del deserto invade ogni anno la città-oasi, alcuni storici temono che i testi non possano essere protetti ancora a lungo. Nonostante gli appelli a spostare i testi in santuari più protetti, Saif al Islam al Ahmed Mahmoud, uno dei supervisori delle biblioteche, ha dichiarato che i manoscritti non sarebbero nulla senza le biblioteche che li custodiscono: “È impossibile rinunciare alla propria casa, alla propria gamba o al proprio occhio e allo stesso tempo preservarli. Questa è la nostra eredità”.
Undici paesi dell’Africa (Senegal, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Sudan, Ciad, Niger, Nigeria, Mali, Burkina Faso e Mauritania) si sono uniti per combattere la desertificazione. La Great Green Wall (Grande Muraglia Verde) è un progetto che si pone un obiettivo ambizioso: far crescere in Africa una muraglia naturale, costituita da alberi per aiutare le persone e la natura a fare fronte al crescente impatto dell’emergenza climatica e al degrado degli ecosistemi vitali. Per impedire, inoltre, che il deserto del Sahara si estenda ancora di più verso le regioni che sono già tra le più povere del mondo.
La Great Green Wall dovrebbe attraversare il continente africano dall’Etiopia al Senegal. L’estensione prevista è di 8 mila km di lunghezza e 15 km di ampiezza. L’iniziativa nasce per dare una nuova vita ai paesaggi degradati e desertificati ed è stata lanciata dall’Unione Africana nel 2007. L’iniziativa ha suscitato il plauso di tutti gli organismi internazionali. Avrà effetti benefici sul clima, produrrà posti di lavoro e forse contribuirà a far rimanere queste popolazioni nella loro madrepatria. L’idea della Grande Muraglia Verde è passata dall’essere un’ambiziosa ma semplice campagna di piantumazione di alberi, ad una vera e propria iniziativa di sviluppo rurale, in grado di abbellire il paesaggio e di migliorare la qualità della vita di milioni di persone. Fino ad oggi sono stati ripristinati quasi diciotto milioni di ettari di terreni degradati. Entro il 2030 il progetto della Grande Muraglia Verde mira a ripristinare cento milioni di ettari di terra, smaltire 250 milioni di tonnellate di carbonio e creare dieci milioni di posti di lavoro. Il rafforzamento delle foreste può fornire sicurezza alimentare e idrica, habitat sani per la riproduzione delle piante e degli animali selvatici e indirettamente serve a frenare le migrazioni, che oggi sono accelerate anche dalla siccità e dalla conseguente povertà.
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