Assadakah News Agency - L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhcr) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro droga e crimine organizzato (Unodc) hanno avviato il progetto Promis (promessa) per contrastare la tratta degli esseri umani e per promuovere il miglioramento dei diritti dei migranti. Promis, cioè “Promessa”, ha lo scopo principale di combattere la tratta degli esseri umani. Un progetto che ha preso il via in Mauritania, per iniziativa e con il sostegno dell’Unhcr e dell’Unodc, e la cooperazione del governo di Nouakchott e il patrocinio del Commissario per i Diritti Umani e le relazioni con la società civile, Cheikh Ahmedou Ould Ahmed Salem Ould Sidi.
L'obiettivo
Promis prevede per i prossimi due anni, fino all’agosto 2025, la fornitura di supporto tecnico, piano d’azione e rafforzamento del quadro giuridico e istituzionale, fino al 2025, con un finanziamento maggioritario del governo olandese, per una maggiore estensione di un progetto preesistente nei Paesi dell’Africa occidentale, ora ampliato alla fascia del Sahel. Altro Paese sempre più coinvolto è il Mali.
L’allargamento a Mauritania e Mali indica che l’azione delle due agenzie ONU si sta concentrando sulle zone di transito dei migranti verso l’Europa. La Mauritania rientra in questa categoria, in considerazione della sua distanza dall’arcipelago spagnolo delle Canarie e della condivisione dei suoi confini con Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Diritti umani
Nel complesso, il progetto cerca di prevenire in fenomeno della tratta illegale, anche se questo non si presenta come un compito semplice: a confermarlo è stato un report realizzato, per conto dell’Unodc e dell’Unhcr, dal Mixed Migration Centre, ente specializzato nello studio dei fenomeni migratori.
Nonostante i pericoli che si corrono durante le traversate e i vari tragitti, i trafficanti sono percepiti come fornitori di un “servizio sociale” e meno pericolosi in termini di possibili violazioni dei diritti umani rispetto ad altri attori, come per esempio gli agenti di polizia. Tale percezione è più diffusa tra le donne, mentre secondo gli uomini intervistati i membri di gang criminali sono considerati più pericolosi. Nonostante la differenza di genere nella percezione delle figure da cui possono provenire i rischi, secondo il rapporto chi decide di utilizzare i trafficanti per le traversate è più soggetto ad abusi di chi sceglie di affidare il proprio destino ad altre persone. Ciò non significa che il rischio sia minore: la percentuale è dell’84 contro il 71 per cento, e anzi il 42 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto una sorta di assistenza, seppur minima, da parte dei trafficanti durante le traversate.
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