Patrizia Ricci - La Mauritania è un Paese dell’Africa nord-occidentale, subsahariana e subsaheliana, il cui nome deriva dalle antiche tribù berbere dei Mauri e dal loro regno. Il territorio è per quasi il 75% desertico e roccioso. La parte a nord presenta laghi altopiani che culminano in alcuni massicci montuosi, come l'Adrare e il Tagant, che non superano di media i 600 metri sul livello del mare. La cima principale è il Kediet ej Jill, alta 915 metri. Oltre ai corsi d'acqua stagionali di nome wed, che compaiono durante il periodo delle piogge, l'unico fiume presente è il Senegal, che percorre 1440 km entro il confine della Mauritania. Il territorio confina con il Sahara Occidentale a nord, l'Oceano Atlantico a ovest, il Senegal a sud ovest, il Mali a sud e ad est e l'Algeria a nord-est.
Quante volte visitando un Paese ci siamo accorti di usanze e costumi, tanto lontani quanto diversi dai nostri. La Mauritania è un mondo a parte, differente nei modi e nello stile di vita rispetto all’Italia e, proprio per questo, particolarmente affascinante.
La Mauritania è un caleidoscopio di etnie. I Mauri costituiscono in totale il 60% della popolazione del Paese. Pelle chiara, ossa sottili, lineamenti aquilini e generalmente di statura non molto alta, costituiscono la maggioranza. I Wolof, principale etnia del Senegal, rappresenta il 9% della popolazione mauritana. Di religione musulmana, rimangono tuttavia ancora legati ad alcune forme di superstizione e credenze ancestrali. Vivono prevalentemente lungo la valle del fiume Senegal, ma anche sulle coste dove praticano la pesca. Gli Imraguen, una piccola etnia maura, si concentrano in gran numero vicino tra Iwik e Tiwilit, nel Parco di Banc d’Arguin. l’attività principale è la pesca. I Toukouleur abitano una piccola zona, a sud tra Bogué e Kaedi, lungo il fiume Senegal. Vi sono poi i Peulh o Fulbe, un’antica etnia di pastori nomadi, tra le più diffuse in tutta l’Africa Occidentale e i Tuareg, gli uomini del deserto, originariamente nomadi ed oggi stanziati vicino alle grandi città delle zone desertiche.
L’abitazione del nomade per eccellenza è la khaima, una tenda mobile che rappresenta il primo punto di riferimento durante gli spostamenti. La khaima ha forme rettangolari con dimensioni variabili, poggia su due pilastri che si incrociano al centro ed è spesso sistemata davanti ad un albero. Vi è un solo ingresso, spesso chiuso da un drappo che scende dall’alto e protegge l’interno, suddiviso in due spazi distinti, a sinistra le donne, a destra gli uomini. L’ingresso è solitamente lasciato vuoto per permettere diverse attività, come la preghiera o semplicemente relax al fresco della sera.
L’Harmattan, il vento secco e polveroso del deserto, soffia nei mesi invernali, da novembre a marzo dal Sahara verso l’Africa occidentale e il Golfo di Guinea, Mauritania inclusa. Attraversando il deserto carica con sé particelle di polvere in quantitativi tali da oscurare fortemente la visibilità, con risultati simili a quelli della nebbia. In casi eccezionali può trasportare la sabbia del Sahara anche in Sudamerica.
La capitale è Nouakchott, piena di traffico pulsante e vita frenetica, un posto curiosamente accattivante. Costruita per appena 15.000 persone, la maggiore area metropolitana qui è stimata attualmente in circa due milioni. Si va dalla vita frenetica dei quartieri più popolosi ai barrios nomadi, mentre il mercato del pesce è senza dubbio il posto più ricco di folklore. Qui, le piroghe lavate dal sale si arrampicano dall'Oceano Atlantico ricco di pesce e frutti di mare ogni mattina, i venditori discutono e la gente del posto fa i loro affari quotidiani.
Tra le più tipiche bellezze ci sono sicuramente le “Biblioteche del deserto”; così sono conosciute quelle città medievali parti integranti della rotta carovaniera che attraversava la Mauritania. Chinguetti, Ouadane, Tichitt e Oualata rappresentavano un tempo un riferimento religioso e culturale durante i commerci tra Maghreb e Medio Oriente e Africa Nera. Ben presto si configurarono come importanti centri del sapere e ad oggi custodiscono gelosamente, tra continue minacce (polvere, insetti, condizioni climatiche particolari), oltre 40.000 volumi storici, in biblioteche tramandate di famiglia in famiglia nel corso dei secoli.
Chinguetti emerge letteralmente dalle dune di sabbia mutevoli del possente Sahara, un luogo di strade stranamente vuote che sono state scalpellate e scheggiate dai venti, una volta era un'importante scalo commerciale tra il Mediterraneo nel nord e il sub-Sahara nel sud.
Oggi attira alcune delle più grandi folle del paese, che si addensano per ammirare le torri di mattoni e le antiche fortezze delle tribù berbere e degli Almoravidi risalenti al Medioevo.
Alla fine di una lunga e tortuosa strada che va dalla capitale a Nouakchott e nel cuore del Sahara mauritano, si scorge la città polverosa di Ouadâne. Si sgretola e si incrina sotto il sole cocente del deserto, con la sua collezione di barrios di pietra adobe che scende a cascata lungo le ruvide scarpate e in un centro di vicoli e vicoli tortuosi abitati occasionalmente dai nomadi berberi.
Tichit è immersa nel mezzo del deserto del Sahara. Sollevando lo sguardo, si ammira la torre svettante della Moschea di Tichit, sormontata da crenulazioni e intarsiata con interessanti spazi triangolari (forse la più famosa moschea del paese). Poi, val la pena di vagare per la città antica e vedere l'uso curioso delle pietre colorate di cava. Una parte dell'acclamato sito patrimonio dell'umanità della Mauritania nel deserto (l'antico Ksour del Sahara), Oualâta è senza dubbio una delle meraviglie più incantevoli e impressionanti del paese. E’ emozionante vagare tra i vecchi frontali di arenaria, dove eleganti disegni berberi e moreschi sono scarabocchiati sugli architravi e sui caminetti, e disegni arabeschi terrosi imitano l'eleganza delle grandi kasbah marocchine in città come Fez e Marrakech. Prima di andar via, è d’obbligo una passeggiata nella vecchia città crollata o meravigliarsi alle torri della moschea di Oualâta.
La Mauritania non è solo deserto. Il Parco Nazionale di Banc d'Arguin si presenta come un vasto mosaico di bassi banchi di sabbia e spiagge punteggiate di rocce che cadono nelle acque della baia di Arguin sulle estreme frange settentrionali della Mauritania, è famoso per la sua florida biodiversità, che è evidenziata dalla mole di uccelli migratori che passano questo modo ogni anno.
Gli osservatori possono vedere i sandpipers e i fenicotteri, i pellicani e le sterne nelle secche, si pensa addirittura che la popolazione di uccelli nidificanti sia la più alta di tutta l'Africa occidentale. È anche la casa del popolo tradizionale di Imraguen, che spesso può essere visto ballonzolare sulle piroghe tra gli isolotti sabbiosi e le onde che lambiscono.
Al confine meridionale del Paese, il Diawling National Park rappresenta una piccola enclave immersa nel verde. Ricco di pellicani e codoni settentrionali, passeri dorati sudanesi e fenicotteri rosa, è uno degli hotspot birdwatching del Paese, luogo ideale per avvistare le curiose creature volanti dell'Africa occidentale. E' anche noto per i suoi boschi di acacie e branchi di lupi dorati, per non parlare della ricchezza di habitat rivieraschi dove i crocs incontrano anatre e ippopotami lungo le rive fangose.
L’escursus di questo affascinante Paese con il rito nomade del tè verde alla menta, ben radicato nella società e ne rappresenta un momento di convivialità tra membri di una stessa famiglia e non. La giornata tipica è scandita dalle pause per il tè e dalle cinque preghiere giornaliere. Non conta il luogo, è possibile preparare la bevanda un po’ ovunque, mediante piccolissimi braceri o fornelli portatili. Un rituale servito in maniera cerimoniosa, dall’alto verso il basso, al fine di depositare una schiuma sul fondo dei bicchierini. La tradizione prevede per ogni preparazione, tre bicchierini consecutivi. Il primo è il più forte e amaro (come la morte), il secondo è dolce (come la vita) e infine l’ultimo, molto zuccherato (come l’amore).
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