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Mauritania - In prima linea per il “Grande Muro Verde”

Assadakah News Agency - La Mauritania si dimostra ancora una volta in prima linea nell’impegno per la salvaguardia della pace e dell’ambiente, e insieme a Senegal, Chad, Gibuti, Eritrea, Nigeria, Mali e Burkina Faso, e altri Paesi che purtroppo attualmente hanno priorità interne impellenti come Sudan e Niger, hanno lanciato il progetto Great Green Wall contro la desertificazione.

Un obiettivo ambizioso: far crescere in Africa una muraglia naturale, costituita da alberi per aiutare le popolazioni e la natura a fare fronte al crescente impatto dell’emergenza climatica e al degrado degli ecosistemi vitali. Per impedire, inoltre, che il deserto del Sahara si estenda ancora di più verso le regioni che sono già tra le più povere del mondo.

La Great Green Wall dovrebbe attraversare il continente africano dall’Etiopia al Senegal. L’estensione prevista è di ottomila km di lunghezza e 15 km di ampiezza. L’iniziativa nasce per dare una nuova vita ai paesaggi degradati e desertificati, patrocinata dall’Unione Africana, ha suscitato il plauso di tutti gli organismi internazionali. Avrà effetti benefici sul clima, produrrà posti di lavoro e forse contribuirà a far rimanere queste popolazioni nella loro madrepatria.

L’idea della Grande Muraglia Verde è passata dall’essere un’ambiziosa ma semplice campagna di piantumazione di alberi, ad una vera e propria iniziativa di sviluppo rurale, in grado di abbellire il paesaggio e di migliorare la qualità della vita di milioni di persone.

Fino ad oggi sono stati ripristinati quasi diciotto milioni di ettari di terreni degradati. Entro il 2030 il progetto della Grande Muraglia Verde mira a ripristinare cento milioni di ettari di terra, smaltire 250 milioni di tonnellate di carbonio e creare dieci milioni di posti di lavoro.

Il rafforzamento delle foreste può fornire sicurezza alimentare e idrica, habitat sani per la riproduzione delle piante e degli animali selvatici e indirettamente serve a frenare le migrazioni, che oggi sono accelerate anche dalla siccità e dalla conseguente povertà.

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