Assadakah News Agency - La Mauritania è un Paese dove ogni fine si trasforma in un nuovo inizio. La tradizione prevede un rituale completo di abito da sera, gioielli, decorazioni sul corpo realizzate con l’henné, musica tipica e balli accompagnati da grida di gioia. La festa comincia con il ritorno della donna nella casa di famiglia insieme alla madre e le sorelle, che le riservano una calorosa accoglienza accompagnata da grida strepitanti di gioia della Zaghrouta, canto tipico che presenta la variazione nella cadenza e nelle tonalità in base alla zona di provenienza della festeggiata. Si celebra un momento di passaggio nella vita della donna che la porta a liberarsi da un legame finito male riottenendo la sua libertà. L’evento è sempre accompagnato da un momento di convivialità, durante il quale le donne si riuniscono per onorare e sostenere colei che ha divorziato, esaltandone il coraggio nel prendere la decisione di interrompere il matrimonio e per augurarle un nuovo e più ricco futuro.
Questa tradizione mette in evidenza quanto il mondo mussulmano sia estremamente più variegato di come appare da una prospettiva occidentale. Potrebbe sorprendere molti, ma la donna nella società mauritana non subisce nessuno stigma dovuto alla sua posizione sociale, al contrario portarsi alle spalle dei matrimoni finiti è considerato un fattore che la rende attraente e un importante indice di maturità. Al tempo stesso, il divorzio in Mauritania diventa un vero e proprio status symbol in quanto rappresenta l’esperienza della donna rendendola ambita. Ogni divorzio aumenta il prestigio della donna all’interno della comunità di appartenenza.
Se questo è vero per le donne, non è così per gli uomini mauritani. Mentre le ex spose acquistano un fascino e una bellezza maggiore dovuti alla forza dell’esperienza, la componente maschile della società si tinge di un’aura di poca affidabilità. Il pensiero comune è che un uomo divorziato non possieda la pazienza e la lealtà necessarie per costruire una relazione duratura.
Per quanto sia impossibile confermare la notizia, data la natura “non ufficiale” dei riti, perché la maggior parte degli stessi avviene senza documentazione, la Mauritania è lo Stato con il maggior tasso di divorzi al mondo. Solo nel 2018 un terzo dei matrimoni celebrati si è concluso con un divorzio, un cittadino mauritano si sposa in media tra le cinque e le venti volte. L’istituzione stessa del matrimonio svolge un ruolo completamente diverso da quello ricoperto in Occidente, subendo per via di questa flessibilità una forte crisi.
Il rito nasce dal bisogno di affermazione sociale delle donne mauritane, sottolineando l’importanza del loro ruolo nella comunità. La celebrazione del divorzio potrebbe avere a che fare con un antico sistema tribale, così sostiene Ahmed Ould Harud studioso della società mauritana che in una recente intervista per TRT ha esposto le ragioni profonde di questa tradizione ancestrale. In passato le donne mauritane subivano l’organizzazione di matrimoni forzati con i propri cugini, quindi la cultura mauritana avrebbe dato origine a questo rito per porre rimedio alle poche offerte concesse alle donne dopo il divorzio. La festa rappresenta l’accoglienza nella società della donna dopo la separazione come libera e quindi l’occasione per conoscere nuovi “pretendenti”, estranei al contesto negativo da lei vissuto in precedenza. Un’occasione di festa nata per garantire, almeno sul piano simbolico, che il futuro delle donne mauritane non fosse aggravato dalle loro passate esperienza coniugali. Un rito di transito che sancisce l’inizio di una nuova fase della vita della donna e il suo valore.
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