Letizia Leonardi (Assadakah News) - La Cinghialessa affronta la biodiversità alla Fattoria Castello.
L’aula didattica della fattoria castello, nei pressi di Massa Marittima, il 26 ottobre si è gremita dei soci del Club La Cinghialessa e Unuci per ascoltare l’interessante conferenza del Colonnello Giovanni Quilghini, comandante del distretto carabinieri Biodiversità di Follonica. L'Italia è uno dei principali hotspot di biodiversità in Europa e ospita la metà delle circa 20.000 specie di piante e un terzo delle circa 100.000 specie di animali che vivono nel continente. A introdurre il momento divulgativo, il saluto del presidente del Club La Cinghialessa, Franco Balloni.
Il Colonnello dei Carabinieri ha accennato alla prima relazione quinquennale scritta dal professor Antonio Sansone, direttore dell’Azienda di Stato, nel 1914, preziosa per lo stato dell’arte degli acquisti delle aree protette, e una fonte rilevante anche dal punto di vista normativo. Il maggiore acquisto di beni è stata la foresta casentinese con il compito di tutelare la biodiversità, l’ambiente e le riserve naturali. L’Allevamento del cavallo maremmano, che avviene nella campagna massetana, si inquadra nell’ambito della conservazione delle risorse genetiche della biodiversità domestica relativa alle razze. A tal proposito il colonnello Quighini ha raccontato dell’allevamento di cavalli maremmani del Belagaio, una delle principali razze autoctone italiane, che servono al reggimento corazzieri e per il reparto carabinieri a cavallo.
La strategia di conservazione del patrimonio genetico è molto importante. Non solo degli animali ma anche di particolari piante.
Nella riserva di Belagaio si svolgono le fasi dell’allevamento connesse con la procreazione di puledri. È stato mantenuto infatti il parco fattrici dove avvengono le monte naturali e i parti. I cavallini sono poi allevati fino all’età di un anno, quindi trasferiti al centro aziendale di Marsiliana. La riserva è interamente compresa all’interno della vasta riserva naturale provinciale “Farma” costituita da boschi, superfici agrarie, pascoli e aree seminative. Il nome Belagaio deriva dal latino pelagus (mare) per via della natura un tempo acquitrinosa del terreno bonificato in epoca antichissima. All’interno della riserva si trova il castello del Belagaio, eretto nel 1200 e divenuto, anticamente, centro di una fiorente comunità.
L’unicità e la ricchezza dei popolamenti della riserva è espressa dall’altissimo numero di habitat protetti che garantiscono la sopravvivenza di molte specie di fauna e flora. Nei boschi sono classificabili il cerro, la roverella e il leccio. Nelle posizioni più fresche sono presenti il faggio, la betulla e cespugli della rara felce Osmunda regalis, nonché il frequente tasso.
Anche la fauna selvatica rende unico questo sito. Tra gli anfibi è doveroso segnalare la presenza di Triturus alpestris, ululone appenninico e salamandrina dagli occhiali, tutte specie protette dalla Direttiva UE Habitat. Il sito è inoltre rilevante per la conservazione della rarissima e minacciata lontra europea, anch’essa razza protetta. Il colonnello dei carabinieri ha poi parlato dell’importanza dei legni, cosiddetti legni morti, presenti sulle spiagge che arrivano dal mare e che sono preziosi regali perché mantengono il terreno umido. Importante anche l’attività di monitoraggio periodico che riguarda diversi animali, come ad esempio, il gatto selvatico.
Dopo il colonnello dei carabinieri ha preso la parola il medico veterinario, dottore Roberto Giomini che è entrato più nel merito delle origini del cavallo maremmano che, da cavallo dei butteri, è diventato una razza molto considerata e apprezzata.
A fine conferenza il colonnello ha ricevuto diversi omaggi, sia dal Club La Cinghialessa che dall’Unuci. Il dottor Umberto Carini ha consegnato al colonnello una sua pubblicazione sull’Isola di Montecristo. Mario Carri, presidente dell’Associazione Alcedo, gli ha inoltre donato un’interessante pubblicazione scientifica. La dottoressa Scotti, impossibilitata ad essere presente, ha inviato al colonnello alcuni suoi libri e il professore Rino Magagnini, presidente dell’Associazione Noi del Golfo, gli ha regalato due libri inerenti la città di Follonica. Molto apprezzate anche le due medaglie realizzate da uno storico incisore orafo di Grosseto Lucio Parigi, raffiguranti il buttero a cavallo.
Prima di lasciare l’aula didattica della fattoria castello è stata declamata, in via eccezionale, la poesia di Franco Balloni dedicata all’attività del Corpo dei Carabinieri che, di consueto, viene letta al ristorante durante il momento gastronomico.
Tutto il gruppo si è infine recato all'agriturismo "La Mandriana" località Vivoli e lì, tra una pietanza e l’altra del luculliano pranzo, si è festeggiato il compleanno del presidente dell’Unuci Giancarlo Indiati che ha offerto a tutti un brindisi. I presenti questa volta sono stati omaggiati di una melagrana. Un frutto di questa stagione, noto per le sue eccellenti proprietà benefiche e come simbolo di prosperità.
Franco Balloni ha salutato l’intera compagnia con la poesia “Ultima Maremma” del nobile patrizio romano principe Francesco Maria Quinto Ruspoli.
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