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Marocco - Obiettivo stabilità nel Mediterraneo

Aggiornamento: 27 mar


Assadakah News - "Il Marocco è la porta dell'Africa per l'Italia e per l'Europa" grazie alla "sua posizione geostrategica - dista 12 km dalla Spagna - ma anche per la sua leadership molto consolidata. È un attore molto rispettato per la pace e la sicurezza in Africa e nel Mediterraneo", un tema su cui "lavoriamo con l'Italia, con cui siamo impegnati nella lotta contro l'immigrazione, contro il fondamentalismo e l'estremismo. Lavoriamo per garantire una stabilità del Mediterraneo". Lo ha detto Youssef Balla, ambasciatore del Marocco in Italia.

Lo scambio tra i due popoli è "assolutamente ottimo, il Marocco e l'Italia celebrano quest'anno due secoli di rapporti diplomatici. Questo rapporto è arricchito anche dal fatto che c'è una grande presenza della comunità marocchina in Italia". La comunità marocchina è "la prima comunità straniera che crea impresa, quindi anche l'integrazione economica in Italia è ottima". Poi "c'è stata anche una grande presenza della comunità italiana in Marocco negli anni Cinquanta-Sessanta e fino agli anni Settanta, che ha contribuito allo sviluppo del Paese. Fa da ponte umano e culturale".

Inoltre "adesso c'è una grande presenza di imprenditori italiani, attratti dal fatto che il Marocco offre grandi opportunità di investimento in diversi campi: dall'alta tecnologia all’automotive (il Marocco è tra i top 15 del mondo per la produzione), dall'aeronautica alle energie rinnovabili e alle infrastrutture", ha spiegato l'ambasciatore. "Dal primo momento il Marocco ha aderito al piano Mattei perché abbiamo pensato che è un piano all'avanguardia, che stabilisce un rapporto di partenariato con i Paesi africani - ha sottolineato Balla. Il Marocco è stato scelto come un Paese prioritario per la formazione in materia di energia rinnovabili" che "abbiamo già avviato: è stata scelta l'Università di Marrakech, molto all'avanguardia nella ricerca sull'ambiente. La particolarità di questo piano è che prevede un'azione italo-marocchina".

Muhammad VI, al trono da 25 anni, "è un re che ha rivoluzionato la scena nazionale, che ha portato grandi trasformazioni non soltanto economiche, ma anche sociali, ad esempio per i diritti delle donne, ha rivoluzionato il Codice della famiglia per garantire la parità sociale", ha spiegato l'ambasciatore. Il Marocco "è un Paese stabile, aperto, nel quale conta la cultura del dialogo", ha ricordato.

Sulla questione del Sahara occidentale e della controversia con l'Algeria, "una risoluzione ONU ha ribadito la necessità di raggiungere una soluzione politica su questa controversia regionale, sulla base dell'iniziativa marocchina per l'autonomia".

"Purtroppo dall'altra parte c'è un rifiuto" e "questa situazione non fa che aggravare la sofferenza delle persone nei campi profughi di Tindouf, che vivono in condizioni molto difficili, sono private dei diritti di movimento e di tutti i diritti umani", ha spiegato Balla, ricordando che "cento Paesi membri dell'Onu, tra cui 20 dell'Unione Europea, considerano l'iniziativa marocchina per l'Autonomia unica base per la soluzione di questa controversia".

Sul tema della formazione, esiste "un progetto che abbiamo sviluppato insieme al Politecnico Mohammed VI, una delle università di assoluta eccellenza del continente africano, e sotto la regia di Palazzo Chigi e del coordinamento del Piano Mattei: si rivolge non solo agli esperti giovani marocchini, ma a tutto il continente africano". Al momento "abbiamo lanciato la prima fase" in cui "abbiamo avuto circa 45-46 quadri elevati di circa 15-16 Paesi africani" e "adesso stiamo elaborando quella successiva, in cui le attività dovrebbero essere quadruplicate o addirittura quintuplicate". Un altro progetto prioritario "molto interessante, con l'associazione Mama Sofia e il ministero della Sanità marocchina, con la collaborazione tra imprese e ospedali italiani e marocchini per assicurare una maggiore cura a distanza".

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