Assadakah News - Una vera e propria standing ovation per Paolo Olmi e la Ymeo al Festival di Fés, di fronte a oltre 4mila persone, conquistate dalla musica di Pergolesi e dalle parole - tradotte in arabo - di Jacopone da Todi. In religioso silenzio, l'esecuzione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi da parte della Young Musicians European Orchestra, diretta magistralmente dal maestro Paolo Olmi, in occasione del 27° Festival Musiques Sacrées du Monde di Fès in Marocco. Il brano è stato preceduto dalla lettura del testo nella versione italiana da parte della direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Rabat, Carmela Callea e in quella araba del professor Nabil Mada autore della traduzione. Ancora una volta la cultura musicale italiana e i suoi migliori interpreti sono straordinario veicolo della potenza culturale del nostro paese nel mondo.
"La gigantesca platea che riempiva il complesso monumentale Bab Al Makina ha ascoltato il testo attribuito a Jacopone da Todi, cogliendo pienamente l'intensità rappresentata dai suoi contenuti, in particolare il sacrificio del Dio-Uomo per la redenzione dell'umanità dal peccato. Per me e per i miei musicisti una grandissima emozione, perché parliamo di una preghiera cattolica, tradotta in arabo, ascoltata e profondamente sentita da un popolo di religione musulmana", ha commentato il maestro Paolo Olmi.
Un grande evento, promosso dall'Istituto Italiano di Cultura di Rabat e dall'Ambasciata d'Italia presso il Regno del Marocco, all'interno del progetto Suono Italiano che il Cidim realizza nel mondo per valorizzare il talento musicale italiano.
"Queste iniziative rappresentano un forte strumento per lo sviluppo e la promozione delle relazioni culturali fra l'Italia e il Marocco. In questi mesi abbiamo reso più solido il legame usando la musica di giovani artisti come quelli della Young Musicians European Orchestra, che hanno incantato gli ascoltatori ieri sera, come ponte tra due Paesi e due Continenti uniti dall'amore viscerale per la cultura", aggiunge la direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura di Rabat, Carmela Callea.
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