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Libri - "Sotto la sabbia”, la Libia di Giampaolo Cadalanu

Aggiornamento: 31 mar

Assadakah News - L’ultima fatica letteraria di Giampaolo Cadalanu, già reporter di Repubblica in diversi Paesi arabi, riguarda la Libia. Un’analisi cruda, oggettiva, dalla morte di Muammar Gheddafi, nell’ottobre 2011, all’attualità dei giorni nostri, mettendo in luce gli aspetti fino a oggi rimasti nell’ombra, che danno un’idea più definita degli avvenimenti, e su eventuali scenari futuri ora che Cina e Russia hanno saldamente messo piede sul suolo libico.

L’autore espone i motivi di quanto è avvenuto per la morte del rais di Tripoli, ammantata di menzogne per convenienza politica, per creare lo scenario ideale che ha favorito l’intervento occidentale. Il tutto basato sui principi del giornalismo d’inchiesta vecchia maniera.

Per poter scrivere su certi argomenti, è necessario stare sul posto, vedere con i propri occhi e verificare le fonti. Era stato detto che in Cirenaica avvenivano massacri indicibili, non era vero. Certo, Gheddafi governava con il pugno di ferro, ma non deve sorprendere. In ogni caso i tanto denunciati massacri erano stati inventati, come è successo per l’Iraq con le tanto tenute quanto inesistenti armi di distruzione di massa. L’esito è stato una guerra civile che ha spaccato la Libia in due. Naturalmente la posta in gioco sono petrolio e gas, e tutto ciò che ruota intorno, a scapito della popolazione, che non interessa a nessuno. Il Guardian a suo tempo fece una valutazione: con l’intervento occidentale sono morte dieci volte le persone che sarebbero morte perdurando la presidenza di Gheddafi. La Libia è stata consegnata al caos e oggi è terra di conquista per Turchia, Russia e Cina”.

Giampaolo Cadalanu
Giampaolo Cadalanu

Il libro di Cadalanu pone l’accento anche sulle mire europee, in primis Francia e Italia, trascinata in una guerra che il governo Berlusconi non voleva, ma che è stato costretto ad accettare.

La Libia è un corridoio tra Africa ed Europa e in questo quadro grande importanza hanno poi i flussi migratori, oggi sfruttati come vera e propria arma di guerra. Un passaggio che forse parla anche della strategicità di Almasri.

Il ricatto migratorio - rivela Cadalanu - è dovuto a quella che io considero una isteria sulla cosiddetta minaccia della migrazione illegale. I migranti dall’Africa, e io ho parlato con centinaia di loro, sognano di rimanere nelle loro terre o di farvi ritorno il prima possibile. Oggi lo scacchiere mediterraneo è sempre più fondamentale, e prova ne sia l’interesse russo per le basi perse in Siria, che Mosca vuole recuperare in Libia. Da recenti controlli sono emerse attività navali che interessano cargo russi che trasportano, o meglio potrebbero trasportare, veicoli militari. Per il momento però il Mediterraneo è presidiato dalla Nato come lo era in precedenza. Di certo l’Europa è rimasta indietro, e deve recuperare il proprio ruolo”.

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