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Libia - Una base russa nel Mediterraneo?

Lorenzo Utile - Una notizia passata in sordina, che però potrebbe avere pesanti ripercussioni sui delicati equilibri del Mediterraneo. La Russia avrebbe in corso trattative, a quanto pare in stadio avanzato, con le autorità dell’Esercito Nazionale Libico del generale Khalifa Haftar, per la costruzione di una base aeronavale. In cambio, Mosca avrebbe offerto alta tecnologia militare, principalmente sistemi di difesa aerea e addestramento per piloti e forze speciali, oltre alla cessione di alcune basi aeree e il diritto di ancoraggio permanente a Tobruk per unità navali russe.

Non è un segreto che Mosca sia interessata a sviluppare un’area di influenza in Cirenaica, da quando ha appoggiato Haftar nelle mire verso la Tripolitania nel 2019 e da almeno tre anni il porto di Tobruk e l’aeroporto di Benina, Al-Jufra e Sirte (dov’è stato segnalato il Gruppo Wagner) sono luoghi dove la Russia intende replicare l’accoppiata realizzata in Siria con la base navale di Tartus e l’aeroporto di Hmeimim, a Latakia, fondamentali per le operazioni russe nel Mediterraneo orientale. Se si considera poi anche la trattativa che Mosca conduce per l'importante base a Port Sudan, lo schema risulta chiaro.

La Russia aveva già in passato sfruttato il porto di Bengasi, e Gheddafi era uno dei principali riferimenti sovietici nel Mediterraneo. L’errore russo è stato semmai l’avere accettato la sorte di Gheddafi, perdendo la propria influenza a vantaggio della Nato, che per altro ha causato danni non indifferenti nel recente periodo. Da non trascurare, poi, le conseguenze che il conflitto in Ucraina avrà anche in questo specifico teatro strategico, visto che la Libia è uno elemento base negli equilibri fra Sahel e Mediterraneo, e nodo fondamentale per una eventuale influenza aeronavale anche sulle coste atlantiche, con un nuovo potenziale fronte vicino all’Europa, dove il ruolo della componente terrestre sarebbe trascurabile rispetto alla presenza aero navale. In tutto questo, da valutare attentamente il fatto che l’Italia (con la posizione geografica decisamente preferenziale) è considerata “ostile” da Mosca, e ciò è evidente in riferimento all’Ucraina. Fino ad oggi, la presenza militare russa in Libia ha mantenuto un basso profilo, sostanzialmente con i “consulenti” Wagner, ma se le trattative con Haftar proseguono, ci sarà un notevole incremento, e in un periodo non lungo. Gli Stati Uniti non si sono ancora espressi ufficialmente, ma certo stanno monitorando la situazione, perché non sarebbe conveniente una espansione russa nel Mediterraneo, che bilancerebbe troppo l’espansione della Nato verso l’Est Europa.

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