Assadakah News Agency - Sono circa tre anni che è in corso il programma EuNavForMed, cioè l’operazione internazionale per mettere in atto l’embargo di armi verso la Libia. Secondo i dati completi, al novembre 2023 sono state ispezionate 274 navi su un totale di oltre 12.400, con 12 visite a bordo con il consenso dei comandanti, su 593richieste complessive. L’operazione ha inoltre monitorato 26 voli sospetti (su 1.310) e ha continuato a monitorare 25 aeroporti (e piste di atterraggio) e 16 porti (e terminali petroliferi). Solo la Turchia, ha negato il consenso a salire a bordo e ispezionare le navi sospette in dieci occasioni, l’ultima delle quali il 29 marzo 2023.
In tre occasioni sono stati sequestrati i carichi ritenuti in violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite, e le navi sono state dirottate verso un porto di uno Stato membro dell’UE. Inoltre, l’operazione ha indagato su 1.310 voli sospetti, 25 aeroporti e 16 porti, e ha fornito 46 rapporti speciali al gruppo di esperti delle Nazioni Unite sulla Libia. La maggior parte di questi si riferiva a violazioni o possibili violazioni dell’embargo sulle armi e ad attività di contrabbando di petrolio nella parte occidentale e orientale del Paese. Infine, attraverso la Cellula di informazione sulla criminalità incorporata, l’operazione ha emesso 83 raccomandazioni per l’ispezione di navi sospette nei porti degli Stati membri dell’Ue alle agenzie di polizia competenti, di cui 64 sono state effettuate.
Dopo la prima Conferenza di Berlino, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di lanciare, il 31 marzo 2020, una nuova operazione militare denominata EuNavFor Med – Irini, principalmente marittima e incentrata sull’attuazione dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi alla Libia. Irini fa parte dell’approccio integrato europeo alla Libia che prevede sforzi politici, militari, economici e umanitari per portare stabilità e sicurezza nel Paese.
I compiti dell’Operazione sono: contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (compito principale); raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi; contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti; sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso della Guardia costiera libica e della Marina attraverso la formazione. In particolare, quest’ultima attività non è stata ancora implementata.
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