Assadakah News - La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si rechera' oggi a Tripoli, in Libia, per partecipare al Trans-Mediterranean Migration Forum (Tmmf), una conferenza sulla lotta alle migrazioni illegali organizzata dal Governo di unita' nazionale (Gun) del primo ministro Abdulhamid Dabaiba. In un documento in lingua araba di 12 pagine, visto e tradotto da "Nova", l'esecutivo nordafricano si prefigge l'obiettivo di "garantire un coordinamento integrato sotto un'unica egida" tra i Paesi di origine, di transito e di destinazione dei migranti. "Il Tmmf sara' una seria piattaforma di discussione per creare un quadro pratico e strategico che garantisca il raggiungimento dello sviluppo nei paesi africani per ridurre il fenomeno migratorio", ha scritto ieri su Facebook il primo ministro del Gun. Il Forum, ha spiegato il capo del governo libico riconosciuto dalla comunita' internazionale, avra' "un'ampia partecipazione a livello presidenziale e ministe riale dei paesi dell'Africa Sahel-Sahariana insieme ai loro omologhi in Europa".
Ad accompagnare Meloni a Tripoli c'e' anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. E' prevista anche la partecipazione del primo ministro di Malta, Robert Abela, giunto in anticipo a Tripoli dove ieri ha firmato il rinnovo del memorandum d'intesa con la Libia sulla lotta all'immigrazione clandestina. Da Bruxelles arrivera' Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la promozione dello stile di vita europeo. L'evento si pone anche nel quadro dei seguiti della visita del premier Dabaiba a Bruxelles dello scorso 15 maggio, durante la quale ha incontrato la presidente Ursula von der Leyen per lo sviluppo di una migliore cooperazione tra Ue e Libia anche nel settore migratorio intorno a priorita' condivise.
La lista dei partecipanti include il presidente del Ciad, Mahamat Deby, il premier tunisino Ahmed Hachani, il premier nigerino Ali Lamine Zeine, il segretario generale Lega Araba, Ahmed Aboul-Gheit, oltre alla commissaria per la salute, gli affari umanitari e lo sviluppo sociale dell'Unione africana, Minata Samate' Cessouma. Saranno presenti anche il ministro dell'Interno del Sudan, Khalil Pasha Sairin, il viceministro dell'Interno della Repubblica Ceca, Lukas Hendrych, e il segretario di Stato per gli Affari esteri del Senegal, Amdou Cherif Diouf. Spagna e Grecia saranno rappresentate al livello di funzionari dei ministeri degli Esteri responsabili delle questioni migratorie. Austria, Germania e Paesi Bassi saranno rappresentati dagli ambasciatori. Assente, invece, la Francia. Presenti anche rappresentanti della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), oltre ai funzionari del Mercato comune dell'Africa orientale e meridionale (Comesa), della Comunita' degli Stati del Sahel e del Sahara.
Il Forum che si terra' a Tripoli sara' articolato in due segmenti distinti. Nella prima parte, che vedra' la partecipazione della presidente Meloni insieme ai capi di Stato e di governo e ai vertici delle organizzazioni internazionali coinvolte, verra' delineata una visione strategica. La seconda parte, alla quale partecipera' il ministro dell'Interno Piantedosi e diversi omologhi di paesi europei e africani, sara' incentrata sulla cooperazione in materia di sicurezza. Tra i temi trattati vi saranno il contrasto al traffico di migranti e ai movimenti irregolari, lo scambio di esperienze e informazioni, e i canali legali di migrazione.
Fonti diplomatiche hanno riferito ad "Agenzia Nova" che le organizzazioni internazionali spingono per un aumento dei ritorni umanitari volontari. Recentemente, peraltro, le autorita' libiche hanno deciso di esentare dal pagamento per il visto di uscita chi sceglie di lasciare la Libia attraverso i voli charter facilitati dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni. L'ultimo ritorno volontario e' avvenuto a fine giugno, quando due voli charter hanno portato 162 migranti da Bengasi a Dacca, in Bangladesh, e altri 141 da Tripoli in Guinea Bissau e Benin. La situazione dei minori richiede un'attenzione particolare. Recentemente, la Libia ha ratificato la Convenzione sui diritti del fanciullo. Con il sostegno dell'Unione Europea, e' teoricamente possibile realizzare centri controllati per donne e bambini. Il premier Dabaiba ha recentemente firmato un decreto per istituire un comitato "ad hoc" incaricato di studiare i meccanismi pratici per separare i minori e i loro tutori dagli altri migranti, e di proporre azioni concrete. Tuttavia, la questione e' ancora in fase di definizione e soggetta a negoziati.
Un altro obiettivo e' quello di garantire un maggiore accesso delle agenzie delle Nazioni Unite nei punti di sbarco e nei centri detentivi. L'ultimo rapporto globale sul traffico di esseri umani pubblicato del Dipartimento di Stato Usa ha stimato tra 4.000 e 10.000 il numero di migranti e rifugiati detenuti negli 11 centri gestiti dal Servizio anti-immigrazione illegale della Libia e in numerosi centri non ufficiali. Secondo gli ultimi dati dell'ufficio in Libia dell'Oim, almeno 10.493 migranti (di cui 9.238 uomini, 728 donne, 361 minori e 136 persone per cui non sono disponibili dati di genere) sono stati intercettati in mare e riportati in Libia dall'inizio del 2024 al 13 luglio. Nella settimana dal 7 luglio al 13 luglio sono stati intercettati e riportati in Libia 885 migranti in Tripolitania, la regione della Libia occidentale, in particolare a Sabratha, Zawiya e a Tripoli. L'Oim ha registrato i 401 morti e 494 dispersi, per un totale di 895 vittime nella traversata dei migranti del Mediterraneo centrale, che include sia Tunisia che Libia.
Gli ultimi dati sugli sbarchi dei migranti via mare in Italia elaborati da "Nova" confermano il sorpasso della Libia sulla Tunisia come primo Paese di partenza rispetto allo scorso anno. Dalle coste libiche sono arrivati 17.659 migranti al 16 luglio 2024, in diminuzione del 39,17 per cento anno su anno. Dalla rotta tunisina sono arrivati invece "solo" 11.001 migranti, un tracollo del 75,74 per cento rispetto al boom di oltre 45 mila arrivi al 16 luglio del 2023. Le partenze dalla costa libica hanno coinvolto quasi esclusivamente la Tripolitania, area occidentale del Paese, mentre 641 migranti giunti in Italia sono partiti dalla Cirenaica. L'esatto opposto rispetto alla prima meta' del 2023, quando dalla parte orientale del Paese - dominata dal generale Khalifa Haftar, comandante in capo dell'Esercito nazionale libico con sede a Bengasi - erano partiti, a sorpresa, piu' migranti irregolari rispetto a quelli delle coste occidentali.
I numeri evidenziano poi un calo degli sbarchi dalla Turchia, con 1.252 arrivi al 16 luglio rispetto ai 3.120 dello stesso periodo del 2023. Resta marginale, ma in leggero aumento, la rotta che dall'Algeria ha portato in Italia almeno 436 migranti irregolari, rispetto alle 387 persone arrivate nello stesso periodo del 2023. Azzerati, infine, gli sbarchi dal Libano che al 31 dicembre del 2023 avevano visto 214 arrivi. La maggior parte dei migranti sbarcati in Italia hanno dichiarato di provenire dal Bangladesh (6.620) e dalla Siria (4.276) e sono partiti presumibilmente dalla Libia. Seguono poi 3.492 tunisini e 2.102 guineani che solitamente partono dalla Tunisia. Da segnalare anche l'arrivo di 1.968 egiziani, 1.110 pakistani e 935 gambiani, 935 sudanesi, 922 maliani e 802 ivoriani. Altre 7.236 persone figurano invece sotto la voce "altre nazionalita'" che potrebbe comprendere immigrati per i quali sono ancora in corso le attivita' di identificazione.
Comments