(Agenzia Nova) - Riaprono i pozzi di petrolio in Libia dopo tre mesi di stop e subito scendono i prezzi i mercati internazionali. E' una buona notizia per l'Italia, principale acquirente del greggio libico. Il costo dei futures sul petrolio del West Texas Intermediate (Wti), il benchmark petrolifero degli Stati Uniti, e' diminuito dell'1,5 per cento la mattina del 20 luglio, e potrebbe abbattere la soglia psicologica dei 100 dollari al barile.
Non e' un caso. Il petrolio leggero libico, grazie all'alta purezza e al basso contenuto di zolfo, ha storicamente un forte impatto sui prezzi globali. Una fonte libica consultata da "Agenzia Nova" riferisce che la ripresa della produzione petrolifera nell'ex Jamahiriya di Muammar Gheddafi era un preciso obiettivo della Casa Bianca. "Il greggio libico incide piu' del suo peso reale sulla formazione del prezzo del barile. Ecco perche' dovrebbe portare a una discesa dei prezzi, che e' quello che vuole il presidente Joe Biden per evitare una travolgente sconfitta alle elezioni di medio termine", afferma la fonte. Una richiesta, quella di aumentare la produzione, peraltro ribadita dallo stesso Biden nel suo recente tour in Medio Oriente, dove ha incontrato i leader di Arabia Saudita, Bahrein, Emirati, Kuwait, Oman, Qatar, Egitto, Giordania e Iraq.
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