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Libia – Milizie armate a Tripoli, elezioni rinviate

Assadakah News - Tutto è iniziato poco prima di mezzanotte. In una Tripoli già deserta e adagiata verso la notte, gruppi armati a bordo di alcuni pickup hanno circondato la zona governativa assediando di fatto il palazzo che ospita l'ufficio del premier, Abdul Hamid Ddedeiba, e il consiglio presidenziale.

Un copione non nuovo nella capitale libica. Dopo la caduta dieci anni fa di Muammar Gheddafi, scene del genere hanno rappresentato una non rara consuetudine. Nella zona adiacente il palazzo del governo è saltata anche la luce, mentre molti tripolini sono stati svegliati di soprassalto dal rumore di colpi d'arma da fuoco.

Poco dopo la situazione è apparsa più chiara. Le milizie in questione hanno iniziato l'assalto per manifestare insofferenza contro la destituzione di Abdul Basit Maruan quale capo della zona militare di Tripoli. Al suo posto il consiglio presidenziale, retto da Al Menfi, ha nominato Abdel Gader Mansur.

Maruan risulta molto legato ad alcune delle principali milizie che controllano la capitale. Del resto è stato tra i principali protagonisti dell'operazione “Vulcano di Rabbia”, con la quale per più di un anno le milizie hanno lottato contro l'esercito di Khalifa Haftar alla periferia di Tripoli. Da qui l'azione armata attuata dai gruppi che hanno circondato il cuore del potere.

Nel cuore della notte sono emersi dettagli più significativi. In particolare, come reso noto dalla tv Al Arabiya, Al Menfi ha chiesto un immediato intervento di altre milizie a protezione della propria abitazione privata. Fonti vicine al governo libico hanno invece dichiarato che sia Al Menfi che il premier Ddedeiba si trovano al sicuro.

La tensione non è stata smorzata. Se è vero, come ribadito sempre da fonti libiche, che non è in corso alcun colpo di Stato, è altrettanto vero però che i principali edifici governativi sono circondati e i quartieri centrali di Tripoli di fatto risultano paralizzati.

Intorno alle 3 del mattino si è avuta una prima rivendicazione dell'incursione armata. Membri della cosiddetta “Brigata Al Samoud”, milizia ritenuta vicina agli ambienti islamisti e guidata da Salah Badi, hanno diramato un comunicato in cui annunciano la sospensione di tutte le attività governative e il rinvio a data da destinarsi delle elezioni presidenziali.

Dunque dietro l'azione ci sarebbe uno dei gruppi più temuti e armati di Tripoli, protagonista di tutte le battaglie che dal 2014 in poi hanno coinvolto la capitale. La situazione, nelle prime ore del mattino, risulta ancora tesa. Anche se tutte le principali cariche libiche sono al riparo e in zone sicure, la città è tenuta sotto scacco e si sta provando per via diplomatica ad evitare nuove esclation. La tensione di queste ore mostra come la Libia sia ben lontana dall'avere condizioni adeguate per lo svolgimento delle elezioni, previste per il 24 dicembre ma oramai prossime a essere rinviate. Il timore adesso è che l'azione portata avanti a Tripoli possa essere emulata da altre milizie.

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