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Libia – Le consultazioni al Cairo

(Agenzia Nova) - Si dovrebbero concludere al Cairo, in Egitto, le consultazioni del Comitato sulla base costituzionale libica, composto da 12 membri della Camera dei rappresentanti di Tobruk (est) e altrettanti dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli (ovest). L’obiettivo è arrivare a “una formula consensuale per raggiungere elezioni presidenziali e parlamentari prima possibile”, ha detto la consigliere speciale per la Libia del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephanie Williams. La pressione sui delegati riuniti dall’Onu è alta dopo il fallimentare tentativo di insediamento a Tripoli del premier designato dalla Camera dei rappresentanti, Fathi Bashagha, lo scorso 17 maggio.

Il premier uscente del Governo di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dbeibah, ha rimosso il direttore dell’intelligence militare, generale Osama al Juwaili, considerato vicino al rivale Bashagha, il quale nel frattempo ha dichiarato che intenderà governare dalla città di Sirte. Inoltre, il capo dei servizi di intelligence della Libia, Hussein Khalifa Al-A’eb, ha rifiutato la nomina di uno dei leader della Brigata al Nawasi, Mustafa Gaddour (cugino di Hafed Gaddur, già ambasciatore libico in Italia e oggi ministro degli Esteri e braccio destro di Bashagha) come suo vice per gli affari di sicurezza. Diversi organi di stampa in Libia, in particolare quelli legati alla coalizione che fa capo alla Libia orientale, ipotizzano una possibile ripresa degli scontri.

Fonti libiche riferiscono che non sarà facile trovare un accordo: “Occorre un miracolo per smuovere le cose. Lo scenario più verisimile è che le due delegazioni si mettano d’accordo sui principi di base per poi ottenere il via libera dai rispettivi Parlamenti, allungando i tempi e minando il processo di accrescimento della fiducia”. Se Williams dovesse riuscire a trovare un’intesa anche sulla legge elettorale, e in particolare sui criteri di eleggibilità del futuro presidente della Repubblica, “le elezioni potrebbero tenersi entro fine anno”, aggiungono le fonti. Ma il tempo stringe. Il prossimo 22 giugno scadrà la “road map” del Foro di dialogo politico libico che ha insediato le istituzioni provvisorie in carica a Tripoli, ovvero il Governo di unità nazionale e il Consiglio presidenziale. “È una scadenza delicata ma è politica e non giuridica. Probabilmente nelle prossime settimane non accadrà nulla di significativo, così come il 22 giugno”, aggiungono le fonti di “Nova”.

Le elezioni in Libia avrebbero dovuto tenersi il 24 dicembre, ma sono state rimandate “sine die” per le divergenze tra gli attori politici libici. Il primo ministro del Gun, Dbeibah, è rimasto al potere nonostante la sfiducia del Parlamento di Tobruk. I deputati guidati dal presidente della Camera, Aguilah Saleh, hanno incaricato a marzo un nuovo governo, definito di “stabilità nazionale”, guidato da Bashagha, già ministro dell’Interno e considerato un uomo forte della città occidentale di Misurata. Ma Dbeibha si rifiuta di consegnare il potere a un altro governo non eletto, proponendo di andare alle elezioni parlamentari entro giugno. Nel frattempo, la produzione petrolifera libica è stata dimezzata per il blocco attuato da presenti manifestanti anti-Dbeibah, che contestano al governo un uso autoritario, squilibrato e non trasparente delle risorse petroliere.

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