Assadakah News Agency - «La Libia è una priorità per l’Italia. Per la stabilità del Mediterraneo. Per la sicurezza. Per alcune delle grandi sfide che l’Europa affronta in questo tempo, come la crisi energetica». Giorgia Meloni ha appena incontrato il primo ministro del governo di unità nazionale libico, Abdel Hamid Dbeibah e ora, davanti alle telecamere, spiega il senso di un vertice (la premier italiana era arrivata in mattinata a Tripoli con i ministri di Esteri e Interno, Tajani e Piantedosi, e con il numero uno di Eni De Scalzi) per chiudere uno storico accordo sul gas da 8 miliardi di dollari e per rafforzare la collaborazione sull'immigrazione.
Ecco le due sfide. «Abbiamo parlato di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali. È un tema che non riguarda solo Italia e Libia, deve riguardare l’Unione europea nel suo complesso», ripete Meloni. Poi tocca a Tajani: «Ho firmato un memorandum d’intesa tra il governo italiano e quello libico per la consegna di cinque vedette finanziate dalla Ue. Rafforziamo la cooperazione con la Libia, anche per contrastare i flussi d’immigrazione irregolare».
È sicuramente l’accordo sul gas a fare titolo. E mentre Meloni e De Scalzi “lavorano” sul fronte libico il ministro dell’Economia Giorgetti batte un colpo dall’Italia: «Non voglio dire cose che poi non si verificheranno, ma contiamo che da inizio febbraio i costi del gas possano scendere di circa il 40%, anche in bolletta. Stiamo anche lavorando a un meccanismo per il quale si paghi a un prezzo che ho definito “politico” i consumi in linea con i precedenti e con prezzi che seguono il mercato le eccedenze, per premiare i virtuosi e chi risparmia nei consumi».
«La cooperazione nel campo dell’energia tra Italia e Libia è antica e solida», dice Meloni che ricorda come «Eni è presente qui dal 1959, ha di fatto contribuito a una parte importante della storia libica di questi anni, dello sviluppo economico della Libia oggi grazie al gasdotto Green stream condividiamo uno strumento fondamentale per favorire il processo di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico». Oggi questa cooperazione si rafforza ulteriormente.
L’amministratore delegato di Eni, Descalzi, e l’amministratore delegato della National Oil Corporation (Noc), Farhat Bengdara, hanno siglato un accordo per avviare lo sviluppo delle Strutture A&E un progetto strategico volto ad aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico, oltre a garantire l’esportazione di volumi in Europa.
La produzione di gas inizierà nel 2026 e Descalzi, ha sottolineato che «l’accordo di oggi consentirà di effettuare importanti investimenti nel settore dell’energia in Libia, contribuendo allo sviluppo e alla creazione di lavoro nel Paese, e rafforzando la posizione di Eni come primo operatore in Libia».
Impresa e politica perché - spiega Meloni - «l’Italia vuole giocare un ruolo importante, anche nella capacità di aiutare i Paesi africani a crescere e a diventare più ricchi. Una cooperazione che non vuole essere predatoria, che vuole lasciare qualcosa nelle nazioni». E ancora. «Il modo più strutturale per affrontare il tema delle migrazioni è consentire alle persone di crescere e prosperare nelle loro nazioni. E questo si fa aiutando quelle nazioni a crescere e prosperare e questo è uno dei temi che il prossimo Consiglio europeo affronterà, difesa della dimensione esterna, cooperazione in particolare con le nazioni africane e priorità alla rotta del Mediterraneo centrale, come richiesto dall’Italia».
In serata l’ultimo bilancio della premier su twitter: «Positiva missione. Siglati importanti accordi su cooperazione, energia e contrasto all’immigrazione irregolare. Abbiamo inoltre espresso piena disponibilità a favorire il percorso verso legittime elezioni e stabilizzazione della Libia».
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