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Libia – Il petrolio tornerà presto

Assasadakh Roma News - Dopo l‘occupazione militare della National Oil Company (NOC) libica giovedì, il neo-presidente Farhat Bengdara ha dichiarato ai media di avere il pieno controllo della società e che la forza maggiore potrebbe essere revocata sulle esportazioni di petrolio della Libia entro una settimana.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg, Bengdara ha dichiarato che raddoppierà la produzione libica di greggio a 1,2 milioni di bpd. Ha inoltre ribadito ai partner stranieri che tutti i contratti esistenti saranno rispettati.

Rimangono tuttavia seri dubbi sul controllo di Bengdara, dal momento che il presidente di lunga data della NOC, Mustafa Sanalla, si è rifiutato di dimettersi di fronte a un decreto di acquisizione da parte del Governo di Unità Nazionale (GNU), guidato dal primo ministro ad interim Abdul Hamid Dbeibah, la cui legittimità del mandato è messa in discussione.


In un discorso al pubblico giovedì, un Sanalla sfiduciato, che ha diretto il CNO politicamente indipendente per otto anni, ha rifiutato di accettare l’acquisizione, definendo il governo di Dbeibah “illegittimo” in quanto il suo mandato è tecnicamente scaduto quando non ha tenuto le elezioni nel dicembre 2021.

In un’intervista telefonica con la Reuters, giovedì, Sanalla ha dichiarato di essere a Tripoli per cercare di disinnescare la situazione e di fare pressione a livello internazionale per evitare quello che porterebbe inevitabilmente alla creazione di due NOC parallele in un Paese che già soffre di una pericolosa situazione di stallo con governi paralleli che si contendono il controllo delle risorse petrolifere nazionali.

Venerdì, Dbeibah ha presentato una denuncia al Procuratore Generale contro Sanalla, affermando che “è apparso deliberatamente sui media e ha fatto dichiarazioni palesi e irresponsabili contro il Primo Ministro e alcuni altri funzionari, rifiutandosi di attuare la decisione del Gabinetto e ostacolando il lavoro del comitato per il passaggio delle consegne”.

Sanalla ha anche presentato una denuncia chiedendo la revoca del decreto di acquisizione e accusando il governo di Dbeibah di agire per compiacere gli Emirati Arabi Uniti. Nel frattempo, il sito web e gli account dei social media del NOC non hanno pubblicato alcun aggiornamento da giovedì, mettendo ulteriormente in dubbio chi abbia il controllo. Quindi il petrolio libico viene a dipendere anche da una confusa situazione giudiziaria e di ordine pubblico, se non militare.

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