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Libia - Azione decisa contro contrabbando carburanti

Immagine del redattore: Roberto RoggeroRoberto Roggero

Assadakah News - Il Procuratore generale della Libia, Al Saddiq Al Sour, ha presieduto un incontro con i principali responsabili delle istituzioni finanziarie e di controllo del Paese per affrontare la crisi del contrabbando di carburante. Alla riunione, tenutasi presso l'ufficio del Procuratore generale a Tripoli, hanno partecipato il presidente della National Oil Corporation (Noc), Farhat Bengdara, il presidente dell'Ufficio di revisione contabile, Khaled Shakshak, e il governatore della Banca centrale della Libia, Naji Issa. Durante l'incontro sono stati analizzati i risultati delle misure giudiziarie adottate contro i gruppi coinvolti nel contrabbando di carburante e sono state avanzate proposte per affrontare le cause profonde di questo fenomeno criminale. Tra i temi discussi vi sono il costo del carburante importato, la capacità di soddisfare la domanda interna e la compatibilità del meccanismo di scambio del greggio con le regole di gestione del denaro pubblico.

Il fenomeno del contrabbando di carburante rappresenta una sfida complessa per la Libia, dove reti interne ed esterne sono coinvolte in attività illecite che prosperano grazie anche a connessioni con alcune agenzie di sicurezza. Questa rete intricata ha impedito alle autorita' libiche di risolvere la crisi per oltre un decennio. Secondo un'inchiesta di "Bloomberg", il contrabbando di carburante in Libia vale almeno 5 miliardi di dollari e la maggior dei prodotti petroliferi vengono importati nel Paese nordafricano dalla Russia, che beneficia di questo vasto mercato nero.

Due giorni fa, il Tribunale penale di Tripoli ha emesso una sentenza contro 10 trafficanti stranieri, condannandoli a 15 anni di carcere per il contrabbando di 1,1 milioni di barili di petrolio esportati illegalmente a più riprese dalle spiagge di Zuwara verso destinazioni estere. Le istituzioni partecipanti all'incontro hanno sottolineato la necessità di azioni coordinate per migliorare la trasparenza nella gestione delle risorse energetiche e rafforzare i controlli contro i gruppi criminali. Tra le proposte discusse vi e' il miglioramento della distribuzione del carburante per ridurre le opportunità di contrabbando, la revisione dei sussidi sui carburanti e il potenziamento della cooperazione tra istituzioni finanziarie, giudiziarie e di sicurezza. La Libia è il secondo Paese al mondo dove il carburante è meno caro, dal momento che il prezzo medio di un litro benzina e' poco meno di tre centesimi (0,028 euro). Secondo il sito web Global Petroleum Price, in testa alla classifica delle nazioni in cui la benzina costa meno c'è l'Iran, con un prezzo medio di 0,26 euro. Tuttavia, fare il pieno di carburante a un'automobile di medie dimensione nel Fezzan, la regione libica ricca di petrolio, gas e oro, costa circa il 300 per cento in più rispetto al prezzo ufficiale. La crisi del carburante nel sud della Libia e' dovuta in primis alla mancanza di forniture da ovest e da est rispetto alla crescente domanda nel sud. Le poche cisterne che arrivano finiscono preda di agenzie di sicurezza che rivendono la benzina al mercato nero a prezzi maggiorati. Una situazione che rischia di creare incidenti come quello dell'agosto 2022, quando almeno dieci persone sono morte carbonizzate e altre 70 sono rimaste ferite nell'esplosione di un'autocisterna finita fuori strada nel comune di Bint Bayah, 700 chilometri a sud di Tripoli, la capitale della Libia.

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