Assadakah News - L'ambasciata d'Italia in Libia "esprime profonda preoccupazione per la situazione della sicurezza a Tripoli". La rappresentanza diplomatica italiana con sede nella capitale libica ha sottolineato: "Aggiungiamo la nostra voce alla chiamata dell'Unsmil (Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia) per la calma, la moderazione e un dialogo immediato". In precedenza, l'Unsmil ha espresso la sua "profonda preoccupazione" per gli ultimi sviluppi nel Paese nordafricano, a seguito delle notizie di "accumulo di truppe nella capitale Tripoli e della minaccia di usare la forza per risolvere la crisi che circonda la Banca centrale della Libia". Attraverso una nota ufficiale, l'Unsmil ha esortato alla calma e alla moderazione sottolineando che "il dialogo e' l'unica soluzione a tutte le questioni controverse". La missione Onu, prosegue il comunicato, "sta conducendo intensi contatti con tutte le parti interessate per raggiungere un accordo pacifico per risolvere la crisi riguardante la Banca centrale. Le manifestazioni di forza militare e gli scontri armati nei quartieri popolati sono inaccettabili e minacciano la vita, la sicurezza e la tranquillità dei civili". Secondo l'Unsmil, "questi movimenti non possono fornire una soluzione accettabile o pratica alla crisi attuale o allo stallo politico di lunga data, ma sono piuttosto un elemento aggiuntivo che aggrava la crisi e riduce le possibilità di raggiungere una soluzione politica".
Nelle ultime settimane, le unità militari dell'Esercito nazionale libico (Enl) comandato dal generale Khalifa Haftar si sono spostate dall'est alle aree meridionali e occidentali del Paese.
Saddam Haftar, figlio del generale Khalifa e capo di Stato maggiore delle forze di terra dell'Enl, ha spiegato che i movimenti militari dalla Cirenaica rientrano in un piano globale volto a proteggere i confini e rafforzare la sicurezza nazionale, con pattugliamenti nel deserto e il monitoraggio della striscia di frontiera con i paesi vicini. Tuttavia, le manovre dell'Enl hanno suscitato forti preoccupazioni a Tripoli, portando il Governo di Unità Nazionale (Gun) guidato dal premier Abdulhamid Dabaiba a elevare lo stato di allerta delle proprie forze militari.
Controversie relative alla leadership della Banca centrale libica hanno poi inasprito ulteriormente le tensioni. Lo scorso 18 agosto, il Consiglio presidenziale della Libia (organo tripartito che svolge le funzioni di capo di Stato e di comandante supremo delle Forze armate) ha infatti annunciato la rimozione di Al Siddiq al Kabir dal ruolo di governatore della Banca centrale, nominando al suo posto Muhammad Abdel Salam Shukri.
La Camera dei rappresentanti, foro legislativo eletto nel 2014 con sede nell'est del Paese presieduto da Aguila Saleh, ha respinto la decisione del Consiglio presidenziale, sostenendo che l'organo "non è il capo dello Stato come crede". In precedenza, la Camera dei rappresentanti, con una decisione unilaterale, aveva dichiarato "decaduti" i mandati del Governo di Unità Nazionale e del Consiglio presidenziale. Il primo ministro del cosiddetto Governo di Stabilità Nazionale (Gsn) della Libia orientale, Osama Hammad, ha espresso il suo apprezzamento per la decisione della Camera dei rappresentanti di "rinnovare la fiducia" al suo esecutivo riconoscendolo come l'unico legittimo del Paese. Il primo ministro del Gun Dabaiba ha invece definito "irrilevante e privo di effetto" l'annuncio della Camera sulla fine del mandato del suo governo e del Consiglio presidenziale. Il premier di Tripoli ha sottolineato in una nota ufficiale che tali decisioni "rappresentano solo la posizione di una fazione politica che cerca di prolungare il proprio mandato", piuttosto che quella di "un consiglio legislativo legittimo che rappresenta i cittadini libici".
Dabaiba ha quindi sottolineato che la legittimità del Gun deriva dall'accordo politico che stabilisce la continuazione delle attività governative fino allo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative.
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