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Libia - Allarme per crisi Banca Centrale

(Agenzia Nova) - Dopo il fallimento dei recenti negoziati tra la Camera dei rappresentanti, l'Alto Consiglio di Stato e il Consiglio presidenziale, la crisi della Banca centrale di Libia si avvicina a un possibile punto di svolta. Fonti parlamentari hanno riferito ad "Agenzia Nova" che la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ospitera' oggi, mercoledi' 25 settembre, nuove discussioni tripartite potenzialmente decisive tra le parti coinvolte nella crisi.

L'auspicio e' che le trattative tra la Camera basata nell'est del Paese, il "Senato" di Tripoli e l'organo presidenziale possano portare all'accordo su una gestione temporanea della Banca centrale del Paese nordafricano per tre mesi, con la nomina di un nuovo governatore entro questo periodo. Il Consiglio presidenziale, l'istituzione tripartita titolare della funzione di capo di Stato e di capo supremo delle Forze armate, potrebbe approvare la proposta a causa delle crescenti pressioni internazionali e locali, a cui e' sottoposto il presidente Mohamed Menfi. La crisi della Banca centrale rischia infatti di bloccare le importazioni di beni essenziali e medicinali, dato che molte banche estere hanno gia' smesso di accettare transazioni dal sistema bancario libico. Un accordo sembra ora vitale per scongiurare un collasso economico nel Paese.

La Libia, divisa tra due governi rivali - quello di Tripoli, riconosciuto dalle Nazioni Unite e sostenuto dalla Turchia, e quello di Bengasi, sotto il controllo del generale Khalifa Haftar e sostenuto dalla Russia - e' alle prese con una crescente instabilita'. La contesa politica sulla Banca centrale ha colpito duramente il settore energetico, con la produzione di petrolio ridotta quasi del 70 per cento a causa del blocco delle esportazioni imposto dal generale Khalifa Haftar, comandante dell'Esercito nazionale libico (Enl) al potere in Cirenaica (est) e in vaste aree del Fezzan (sud-ovest), per protesta contro la sostituzione del governatore Al Saddiq al Kabir disposta dal governo di Tripoli. Come se non bastasse, il Paese e' parzialmente tagliato fuori dal sistema globale dei pagamenti. Nonostante le rassicurazioni della nuova leadership della Banca centrale voluta dalle autorita' tripoline, un isolamento finanziario potrebbe mettere i n ginocchio l'economia libica, impedendo non solo l'incasso dei proventi della vendita di petrolio e gas, ma anche l'importazione di beni di prima necessita' come alimenti, medicinali e carburanti raffinati.

Mohammed Addarrat, presidente della Libyan Foreign Bank, ha recentemente chiarito ad "Agenzia Nova" che la Libia non e' stata esclusa dal sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), ma la situazione e' comunque molto preoccupante. Il vero problema, secondo Addarrat, e' la volonta' delle banche internazionali di onorare le transazioni provenienti dalla Libia. "Ci sono molte banche che stanno mettendo le operazioni in sospeso, in attesa di verifiche approfondite, soprattutto a causa dell'incertezza sulla leadership della Banca centrale libica", ha aggiunto. Addarrat ha poi sottolineato che il nodo principale riguarda le transazioni in dollari statunitensi. "Il Tesoro Usa ha gia' chiarito che non onorera' le transazioni legate agli asset della Banca centrale libica", ha dichiarato, evidenziando che, sebbene la Libia non sia completamente isolata, le difficolta' finanziarie continuano a crescere. "La Libyan Fo reign Bank e' attualmente l'unico gateway finanziario di cui il Paese dispone", ha affermato Addarrat.

Addarrat ha poi lanciato un allarme riguardo all'impatto devastante della crisi finanziaria sul costo della vita in Libia: "I prezzi dei beni di consumo sono schizzati alle stelle, con aumenti che arrivano fino al 300 per cento per alcuni prodotti". Il riferimento e' al drammatico aumento dei costi sul mercato parallelo, dove la valuta libica ha perso molto valore. Addarrat ha sottolineato come la crisi stia colpendo duramente le attivita' commerciali nel Paese. "I commercianti e gli operatori economici sono in difficolta': non riescono a fare affari o non sono in grado di condurre le loro operazioni in modo efficiente", ha spiegato.

L'incertezza sulla governance della Banca centrale libica e la mancanza di fiducia nelle transazioni finanziarie hanno paralizzato il sistema economico. "Ogni giorno che passa senza una soluzione aggrava la situazione, rendendo il problema sempre piu' difficile da risolvere", ha aggiunto. Addarrat ha evidenziato che il prolungarsi della crisi finanziaria sta spingendo il Paese verso il collasso economico. "Ogni giorno di questa crisi equivale a mesi di sforzi per risolvere i problemi e ripulire il disastro che ne consegue", ha avvertito. "Qualcosa deve cambiare al piu' presto, altrimenti la situazione diventera' insostenibile", ha concluso, esprimendo la speranza che una soluzione venga trovata prima che la situazione degeneri.

I prezzi dei beni alimentari in Libia hanno gia' subito un incremento significativo ad agosto 2024. Secondo l'ultimo report del Programma alimentare mondiale (Pam), il costo del paniere minimo di spesa e' aumentato del 2,8 per cento rispetto a luglio, con un aumento complessivo del 17,8 per cento dall'inizio dell'anno. Tuttavia, questo rincaro potrebbe aggravarsi ulteriormente a settembre a causa del protrarsi della crisi della Banca centrale libica e della carenza di dollari sul mercato, che rende sempre piu' difficili le transazioni commerciali. Il report evidenzia che la crisi bancaria ha gia' avuto un impatto immediato, portando a un blocco dei giacimenti petroliferi nell'est del Paese. Questo ha causato un immediato aumento dei prezzi nelle citta' occidentali di Misurata (+10,8 per cento), Sirte (+9,7 per cento) e Zawiya (+9,1 per cento). L'aumento dei prezzi ha colpito in particolare il sud della Libia, dove il costo del paniere e' cresciuto dell'1,3 per cento rispetto a luglio, con Murzuq che e' diventata la citta' piu' cara del Paese.

Il settore finanziario della Libia e' ancora operativo, ma la riduzione della produzione di petrolio a un quarto della normale capacita' rischia di avere effetti devastanti. Maurizio Valfre', direttore generale di Banca Ubae, ha tracciato un quadro in chiaroscuro della situazione economico-finanziaria della Libia. Se da un lato il sistema finanziario sembra ancora operativo, dall'altro la produzione ridotta di petrolio sta avendo effetti negativi su investimenti e stipendi. Parlando ad "Agenzia Nova, Valfre' ha sottolineato che le notizie circolanti sulla crisi finanziaria in Libia sono "molto piu' negative della realta' quotidiana". "Per quanto riguarda l'accesso e l'operativita' sul sistema Swift, le istituzioni libiche sono regolarmente operative.

Noi riceviamo quotidianamente messaggistica dalla Libia e da questo punto di vista non ci sono particolari problemi", ha dichiarato. Tuttavia, il direttore ha aggiunto che "c'e' sicuramente un approccio molto piu' cauto da parte delle istituzioni finanziarie internazionali", il che significa che l'operativita' non e' completamente ordinaria. Un altro aspetto cruciale toccato da Valfre' riguarda la produzione di petrolio, che e' scesa a circa 350 mila barili al giorno, un quarto della normale capacita' del Paese. "Il fatto che manchino i tre quarti della produzione petrolifera influisce su investimenti e pagamento degli stipendi", ha spiegato Valfre'. "Con solo un terzo del budget a disposizione, la Libia dipende dai proventi petroliferi per sopravvivere nel medio e lungo periodo", ha avvertito. Nonostante questa situazione critica, Valfre' ha espresso un moderato ottimismo: "C'e' fiducia tra le istituzioni sul fatto che la situazione possa risolversi, ma il vero interrogativo e' q uando e con quali modalita'".

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