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Libano - Unifil: obiettivo Pace

Hussein Ghamlouche* - Lavorano per la pace, il più nobile degli scopi, eppure la stampa parla di loro solo quando un leader politico li nomina o effettua una visita sul posto. Fanno tante mirabili cose, e aiutano la popolazione con numerose iniziative e progetti di supporto. Si tratta del contingente italiano in Libano che opera nella missione di pace Unifil in Libano dal luglio 2006, e anche prima.

Nel periodo precedente la crisi di luglio/agosto 2006 la missione delle forze Unifil era quella di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal Libano, e assistere il governo libanese nel ristabilire la propria autorità nell'area, ripristinando la sicurezza e la stabilità internazionale.

In questa importante missione Unifil, l'Italia partecipa con 1.072 unità militari, 278 mezzi terrestri e 6 unità aeree.

Con la Risoluzione 1701 dell'11 agosto 2006 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha previsto il potenziamento del contingente militare di UNIFIL con lo scopo di monitorare la cessazione delle ostilità (permanente); accompagnare e sostenere le Lebanese Armed Forces (LAF) nel loro rischieramento nel Sud del paese, comprendendo la Blue Line, non appena Israele ritira le sue Forze Armate dal Libano; coordinare il ritiro delle IDF dai territori libanesi occupati ed il ridispiegamento delle LAF negli stessi territori una volta lasciati liberi dagli israeliani; estendere la propria assistenza per aiutare ad assicurare un corridoio umanitario alla popolazione civile ed ai volontari nonché assicurare il rientro in sicurezza degli sfollati.

Inoltre, assistere le LAF nel progredire verso la stabilizzazione delle aree con pieno rispetto della Blue Line (anche da parte di Israele); prevenire la ripresa delle ostilità, mantenendo tra la Blue Line e il fiume Litani una area cuscinetto libera da personale armato, assetti ed armamenti che non siano quelli del Governo libanese e di Unifil; mettere in atto i rilevanti provvedimenti degli Accordi di Taif e della Risoluzione 1559 (2004) e 1680 (2006), che impongono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano; nessuna arma o autorità che non sia dello Stato libanese; nessuna forza straniera in Libano senza il consenso del Governo; nessun commercio o rifornimento di armi e connessi materiali al Libano tranne quelli autorizzati dal governo; consegna all'ONU di tutte le carte/mappe contenenti lo schieramento delle mine in Libano (Israele); intraprendere tutte le necessarie azioni nelle aree di schieramento delle sue forze e, per quanto nelle proprie possibilità, assicurare che la sua area di operazioni non sia utilizzata per azioni ostili di ogni tipo.

Fra i compiti da assolvere, anche quello di reagire con la forza a tentativi di impedire l'assolvimento del proprio compito sotto il mandato del Consiglio di Sicurezza, per proteggere il personale ONU, le infrastrutture, le installazioni e gli equipaggiamenti, per garantire la sicurezza e la libertà di movimento del personale dell'ONU e delle organizzazioni umanitarie, e senza pregiudizi verso la responsabilità del Governo del Libano, per proteggere i civili da imminenti minacce di violenza fisica.

Attualmente Unifil continua a monitorare il rispetto del cessate-il-fuoco ed il rispetto della Blue Line. Le attività operative attualmente svolte da Unifil consistono in: osservazione da posti fissi; pattugliamento diurno e notturno; realizzazione di check-points; collegamento con le Forze Armate Libanesi; pattugliamento marittimo. Di tutto questa da pochissimo l’opinione pubblica italiana malgrado l’importanza della missione che previlegia l’Italia.

(* Ambasciatore Internazionale di Pace e Buona Volontà)

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