Paola Sireci - Ora le peggiori crisi finanziarie ed economiche registrate dal 1850. Così la Banca Mondiale ha definito la depressione che sta affliggendo il Libano da due anni a questa parte e che, nell’ultimo mese, si è acuita a causa della mancanza di carburante dovuta a un taglio del sostegno di importazione da parte della Banca Centrale, provocando numerosi scontri di sicurezza di matrice violenta.
In questa drammatica situazione l’Unione Europea continua a sostenere il Paese dei Cedri con sostanziosi aiuti economici, ha affermato l’ambasciatore Ralph Tarraf, tuttavia in questa situazione precaria e di stallo senza un governo sarà difficile, se non impossibile, arginare la crisi di cui i cittadini stanno pagando le conseguenze. Tra i fautori di questa opinione, due gruppi di sostegno internazionale tra cui Francia e Stati Uniti, i quali hanno affermato questa accelerazione della situazione disastrosa libanese non potrà arrestarsi senza la formazione di un governo che prenda in mano le redini del Paese, protagonista di una delle depressioni più acute dell’età moderna.
La valuta è affondata del 90%, costringendo più della metà dei libanesi a uno stato di povertà e congelando i conti correnti, crisi dei servizi pubblici, istruzione, sanità, approvvigionamento idrico ed esaurimento delle risorse, della manodopera e del capitale umano, sono le conseguenze che stanno trascinando al lastrico un Paese che, fino a qualche decennio fa, era considerato la Svizzera del Medioriente. Con un accordo di luglio con l’Iraq, il Libano in cambio di supporto sanitario, riceve un milione di tonnellate di carburante iracheno, corrispondente a una decina di ore di energia elettrica al giorno per quattro mesi, contro l’ora e mezza attuale, non sufficiente per la sopravvivenza dei libanesi.
L’Unione Europea continua a dare sostegno a un Paese in ginocchio mediante accordi volti ad aiutarlo ma, senza la guida un governo forte e coeso che conduca scelte giuste, logiche mirate al benessere dei suoi cittadini, il tempo già scaduto potrebbe avere ripercussioni a livello geopolitico sugli Stati del Golfo e non solo.
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