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Libano - Tanta rabbia per le vittime senza giustizia


Assadakah Beirut - E’ terminata da pochi minuti la manifestazione per la commemorazione delle vittime dell’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020. A tre anni dalla tragedia, i familiari dei 240 morti e degli oltre 6500 feriti, fanno fronte unico nella protesta per denunciare la assoluta e totale mancanza di fiducia in una magistratura comandata a distanza dai signori della corruzione e del profitto senza scrupolo. L’associazione delle vittime chiede a gran voce una inchiesta internazionale ufficiale, secondo un pieno diritto riconosciuto, e per far in modo che tragedie simili non si ripetano in futuro.

La manifestazione svolta oggi ha visto una massiccia partecipazione di libanesi, numerosi soprattutto i giovani, che hanno espressamente dimostrato come non riconoscano più il sistema amministrativo e di governo, ormai anacronistico, basato sulla spartizione per confessione religiosa, che da troppi anni nasconde una corrotta monopolizzazione del potere.

L'ambasciata francese ha diffuso un comunicato del ministero degli Esteri di Parigi, in cui dichiara di "non dimenticare le vittime dell'esplosione del 4 agosto", esprimendo "solidarietà alle famiglie, nel terzo anniversario dell'esplosione del porto di Beirut. Ci si augura che la magistratura libanese continui a portare a termine le indagini in piena trasparenza e lontano da ingerenze politiche. La Francia continuerà a stare al fianco del Libano, come ha sempre fatto". Il presidente francese Emmanuel Macron ha confermato: “Il Libano non è solo e non lo sarà, e può contare sulla Francia. Donne libanesi, penso a voi, e tre anni dopo l'esplosione di Beirut, rimango al vostro fianco. Ricorderò sempre il dialogo che si è svolto tra noi".

Il deputato del gruppo del Cambiamento, Marc Dao, ha scritto sul suo account sulla "piattaforma X": "Camminiamo oggi per ricordare le vittime. Siamo con le famiglie delle vittime sulle orme di coloro che sono sopravvissuti all'esplosione. Gridiamo con coloro che chiedono giustizia. Facciamo il tifo con un popolo che vuole la verità. Camminiamo oggi per il Libano, un paese di giustizia".

Commentando la posizione del presidente francese Emmanuel Macron, Dao ha scritto: "Eccellenza, non soffriamo di solitudine, ma piuttosto di impedire la giustizia, e gli accusati sono conosciuti per nome. Sostieni un comitato internazionale di accertamento dei fatti nel Consiglio dei diritti umani".

Nel corso della manifestazione si sono alternati gli interventi di molto deputati, rappresentanti religiosi e le Associazioni della società civile. Ascoltando il Corano e le campane delle chiese, sono stati ricordati i nomi delle vittime, cristiani, armeni, musulmani e diversi cittadini stranieri.

In questi tre anni non solo non è stato arrestato nessuno dei sospettati responsabili dell'esplosione ma diversi parenti delle vittime sono stati arrestati per aver a loro volta manifestato. I parenti delle vittime concordano che esiste la volontà politica di insabbiare le indagini, e chiedono Loro rivendicano una commissione internazionale di inchiesta e chiedono che vengono imposti sanzioni economiche contro politici che bloccano le indagini personaggi che hanno interessi e conti bancari in Europa.

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