Assadakah Beirut - Prosegue la caduta libera del valore della lira libanese rispetto al dollaro statunitense in un paese attanagliato dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni e guidato da un governo di fatto paralizzato dallo stallo politico e istituzionale.
Media di Beirut riportano oggi che il tasso di cambio ha raggiunto il record negativo di 27mila lire per un dollaro. Solo due anni fa la lira era ancorata al biglietto verde con un tasso di 1.500 lire per un dollaro.
Il crollo della moneta locale libanese, che ha perso più del 90% del suo valore dall'autunno del 2019, è dovuto a un insieme di cause, prima fra tutte il fallimento del sistema bancario libanese, considerato per decenni tra i più sicuri e stabili di tutto il mondo.
Sullo sfondo, il governo guidato dal premier Najib Miqati, insediatosi solo alcune settimane fa e di cui fanno parte ministri degli Hezbollah filo-iraniani, stenta a lavorare visto lo stallo istituzionale e politico imposto dalla coalizione di maggioranza guidata dal partito milizia sciita e dai suoi alleati.
Questi insistono nel chiedere all'esecutivo di interferire negli affari della giustizia, in particolare chiedono la rimozione del giudice Tareq Bitar, responsabile dell'inchiesta sulla devastante esplosione del porto di Beirut il 4 agosto 2020 (220 uccisi).
L'operato del governo Miqati, che prosegue intanto i negoziati con il Fondo Monetario Internazionale, è anche rallentato dalle ripetute crisi diplomatiche con l'Arabia Saudita e i suoi alleati, che chiedono a gran voce che venga ridotto il ruolo di Hezbollah in Libano e nella regione.
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