Talal Khrais - "L'accordo sul confine marittimo tra Israele e il Libano contribuirà a migliorare le relazioni tra i due Paesi, con importanti ricadute in termini di stabilità e prosperità regionali". Così commenta l’avvenimento una nota del ministero degli Esteri dell'Italia. Nel comunicato si aggiunge: "L'Italia plaude agli sforzi delle Parti interessate e della mediazione degli Stati Uniti e auspica che l'intesa appena annunciata possa essere finalizzata al più presto". Il Libano ha chiesto a Total Energies di avviare immediatamente le perforazioni esplorative nelle sue acque, dopo l'annuncio da parte di Israele di un accordo tra i paesi sulla definizione dei confini marittimi.
La ricerca di idrocarburi in Libano è ferma dal 2020 a causa della disputa con Israele sui giacimenti off-shore. Il primo ministro Najib Mikati "ha chiesto ai rappresentanti di Total Energies immediate misure operative per le perforazioni esplorative nelle acque libanesi", si legge in una dichiarazione rilasciata dopo l'incontro con la delegazione di Total Energies.
"Le questioni logistiche richiedono tempo, ma i lavori inizieranno immediatamente", ha affermato il ministro dell'Energia Walid Fayad, che era presente. TotalEnergies fa parte di un consorzio che nel 2018 ha vinto una licenza per l'esplorazione di gas in due dei 10 blocchi off-shore del Libano, uno dei quali nel 2020 ha rivelato solo tracce di gas, ma nessun giacimento commercialmente valido; l'altro blocco, vicino al confine con Israele, contiene il vasto giacimento di Qana.
I confini marittimi, quindi il gas nel Mediterraneo. Israele e Libano non hanno relazioni diplomatiche e sono formalmente in stato di guerra dalla loro nascita come Stati indipendenti. Ma sarebbero d'accordo a risolvere un'annosa contesa sul controllo di un tratto orientale di Mediterraneo. Stamani il premier israeliano Yari Lapid ha annunciato
"l'accordo storico" sui confini marittimi con il Paese dei Cedri, sottolineando che "rafforzerà la sicurezza di Israele, porterà miliardi all'economia israeliana e garantirà la stabilità sul confine nord". Un accordo "storico", mediato e garantito dagli Usa che dovrebbe consentire a Israele e Libano di sfruttare i giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale.
Se ratificato dai governi dei due Paesi, scrive il Nyt, l'accordo dovrebbe scongiurare la minaccia immediata di conflitto tra Israele e Hezbollah, dopo i timori di escalation in caso di fallimento dei negoziati e dovrebbe facilitare per le compagnie energetiche l'estrazione di gas dalle zone orientali del Mediterraneo. E, evidenzia ancora il giornale, funzionari e analisti sperano anche in una nuova potenziale fonte di gas per l'Europa. L'accordo dovrebbe permettere anche al Libano di usufruire di quella risorsa in una fase drammatica per la propria economia, con l'inflazione che ha superato a luglio il 210%. L'ingresso nel mercato energetico globale di nuove forniture potrebbe inoltre alleviare la domanda energetica di gas, messa in difficoltà dal blocco alle importazioni di gas russo stabilito dai Paesi occidentali come effetto della guerra in Ucraina. Un accordo, evidenziano i media in Medio Oriente, risolverebbe una contesa territoriale nell'estremità orientale del Mediterraneo in un'area in cui il Libano punta alle esplorazioni di gas naturale e vicino alle acque in cui Israele ha già trovato idrocarburi. Un'intesa, secondo la stampa israeliana, metterebbe fine all'annosa disputa su un'area di oltre 860 chilometri quadrati nel Mediterraneo, un'area che comprende i giacimenti di gas di Karish e Qana. Il testo dell'accordo non è stato reso pubblico, ma secondo quanto trapelato il giacimento di Karish ricadrebbe sotto controllo israeliano, mentre il potenziale giacimento di Qana verrebbe diviso, lo sfruttamento sarebbe sotto il controllo del Libano con licenza alla francese Total e Israele riceverebbe una quota dei futuri ricavi.
Domenica scorsa la Energean ha iniziato i test sulle condotte tra Israele e il giacimento offshore di Karish e Israele ha assicurato che a Karish la produzione inizierà il prima possibile. L'intesa, evidenzia il Nyt, risolve la disputa sull'ubicazione delle zone economiche esclusive dei due Paesi nel Mediterraneo orientale, delimitando i punti in cui entrambi i Paesi hanno il diritto esclusivo di estrarre risorse. Tutto dopo che più volte Hezbollah ha lanciato droni in direzione del giacimento di Karish, tre dei quali abbattuti da Israele lo scorso luglio.
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