Assadakah Beirut - Il presidente della Repubblica, Michel Aoun, ha incontrao il patriarca maronita, Mar Beshara Botrous Rahi, il quale ha confermato l’esito positivo della visita in Vaticano, testimoniata dalla decisione di Papa Francesco di visitare il Libano il prossimo giugno. All'incontro ha partecipato anche la diocesi maronita di Byblos, che rappresenta i metropoliti di tutte le Chiese, ed è responsabile dell'organizzazione della visita del pontefice a livello ecclesiastico. Il patriarca Rahi ha poi aggiornato il presidente sugli incontri avuti in Egitto e trasmesso i saluti del presidente egiziano Al Sisi e del segretario generale della Lega degli Stati Arabi, Ahmed AboulGheit.
Dopo l’incontro, il patriarca Rahi ha dichiarato: “Credo che Sua Santità il Papa porterà una parola di speranza per dire ai libanesi che si vive una lunga notte a tutti i livelli, ma dopo questa lunga notte ci sarà l'alba. Parlerà del valore del Libano, il suo ruolo, i vantaggi nel vivere insieme e il suo pluralismo, la sua democrazia e le difficoltà che sta attraversando oggi a diversi livelli, economico, sociale e finanziario, avrà una parola di speranza”.
Il colloquio si è incentrato anche sulle condizioni sociali e le varie inchieste che i giudici libanesi stanno portando avanti, oltre ad argomenti di politica economica fra cui l’accordo con il Fondo Monetario Internazionale in concomitanza con il discorso sul ritorno degli ambasciatori del Consiglio di Cooperazione del Golfo in Libano. Il patriarca Rahi e l presidente Aoun hanno convenuto sul fatto che l’accordo e il ritorno degli ambasciatori si completano a vicenda, e che il piano di riforma è un significativo passo avanti per il Libano.
Il Consiglio dei Ministri dovrebbe prendere l'iniziativa di presentare progetti di legge al Parlamento, poiché il presidente Berri ha annunciato che il Parlamento è pronto a iniziare a fare ciò che gli viene richiesto in questo contesto. L'accordo non si ferma dopo che le elezioni parlamentari si saranno svolte sotto un governo provvisorio, perché c'è una continuazione del lavoro dell'autorità, e le decisioni in materia sono state prese prima delle elezioni.
Il presidente e il patriarca hanno invitato tutto i libanesi ad esprimere il proprio voto, perché non basta chiedere il cambiamento, ma scegliere le persone a cui dare fiducia.
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