Assadakah Beirut - L’arcivescovo Paul Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, è atteso in Libano all'inizio di febbraio, per predisporre la visita ufficiale del pontefice. L’occasione ufficiale del viaggio di colui che, a tutti gli effetti, è il “ministro degli Esteri” della Santa Sede, è il convegno sul tema “Giovanni Paolo II e il Libano”, che si terrà il 2 e 3 febbraio presso l’Université du Saint-Esprit, l’ateneo dell’Ordine Maronita libanese a Kaslik (a nord di Beirut). Monsignor Gallagher terrà la relazione introduttiva, ma la sua presenza sarà anche occasione per discutere la visita pastorale più volte auspicata da papa Francesco nel Paese attraversato dalla crisi, e parte fondamentale è la cooperazione dell’ambasciatore libanese presso la Santa Sede, S.E. Farid el-Khazen, e dell'Université du Saint-Esprit, che hanno organizzato il simposio dove mons. Gallagher sarà l’ospita principale. L'idea - rivela Farid el-Khazen - risale al 2020: inizialmente era stato pensato per commemorare il 25° anniversario dell'assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata al Libano (1995) e il viaggio che Giovanni Paolo II compì in Libano nel maggio 1997, per consegnare alla Chiesa locale l'esortazione apostolica post-sinodale. Rimandato a causa della pandemia di Covid-19 il colloquio, salvo sorprese, dovrebbe svolgersi il 2 e 3 febbraio.
Quanto al viaggio di papa Francesco una fonte affidabile spiega che potrebbe tenersi tra le due elezioni previste in Libano quest’anno: quelle legislative di maggio e quelle presidenziali di ottobre. Perché abbia luogo, però, servono le condizioni di stabilità politica e sicurezza. “Il gioco è dunque nelle mani dei libanesi”, aggiunge la fonte citata. Lo spirito del "vivere insieme" piuttosto che la sua lettera saranno al centro del simposio, ha detto l'ambasciatore libanese presso la Santa Sede Farid el-Khazen, il quale ritiene che i libanesi debbano "adempiere ai propri doveri all'interno". E ricorda proprio le parole di Giovanni Paolo II durante la visita in Libano: "Libanesi, voi mi chiedete miracoli, ma tocca a voi farli”.
L'importanza data da Giovanni Paolo II al modello libanese non è cambiata, nonostante gli importanti sviluppi che hanno avuto luogo dagli anni '90, ha aggiunto ancora l'ambasciatore, ricordando che papa Francesco ha seguito le orme del suo predecessore, visitando la Terra Santa, l'Egitto, gli Emirati Arabi Uniti e, infine, quest'anno l'Iraq. Il 1 luglio scorso poi, in Vaticano, si tenuta la giornata ecumenica di preghiera, alla quale sono stati invitati i capi delle Chiese orientali.
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