Assadakah Beirut - Accecare qualunque osservatore per assicurarsi che non ci siano testimoni può essere segno che si sta per verificare qualcosa di altamente importante, e per questo, anche oggi, 11 ottobre, le basi italiane della missione Unifil nel sud del Libano sono state nuovamente prese di mira dall'esercito israeliano. Secondo qualificate fonti di sicurezza che seguono il dossier e sono in contatto con i vertici della missione dell'Onu, l'attacco è avvenuto alla base 1-31 - già colpita nei giorni scorsi - e sono stati abbattuti due muri di demarcazione della base. Si tratta dunque di un ulteriore attacco rispetto a quello in cui sono rimasti feriti due militari cingalesi, avvenuto nei pressi del quartiere generale della missione Unifil a Naqoura.
Non è stato un errore. Non è stato un incidente né una fatalità. L’attacco attuato da Israele alle postazioni della missione Unifil è stato un atto voluto e deliberato, che ha provocato il ferimento di due soldati indonesiani.
Un’aggressione che avrebbe potuto portare a conseguenze molto gravi anche per i nostri soldati, i quali dal 2006 garantiscono che Israele e Hezbollah non vengano nuovamente a contatto, dopo la tragica guerra dei trentatré giorni di quell’anno. Un’azione che sarebbe ingannevole limitarsi a catalogarla come una “follia” delle forze armate israeliane. È molto di più: attaccare una missione internazionale Onu è un crimine di guerra.
In molti pensano che si sia trattato di una sorta di avvertimento, che a noi italiani suona molto in “stile mafioso”, per far sloggiare dalla frontiera le nostre truppe e avere mano libera nell’invasione del Libano del Sud. Una richiesta fatta già da qualche giorno in modo rude – “spostatevi più a nord” – e alla quale il comando Unifil ha risposto negativamente. Del resto, il contingente Onu non prende ordini da un governo che è parte in causa nel conflitto, anche se si tratta di un Paese amico come Israele.
Di fatto, forze armate israeliane hanno colpito intenzionalmente una base sovranazionale dell’Onu. Per quanto ancora si dovrà voltare la testa e fare finta di non vedere? Quanti bambini palestinesi, libanesi e siriani dovranno ancora morire?
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