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Libano - La Svizzera del Medio Oriente, sotto la soglia di povertà

Talal Khrais (Beirut) - I dati sono ufficiali forniti dallo stesso stato libanese e dalle Nazione Unite. Circa l’80% dei libanesi vivono sotto la soglia di povertà. La valuta nazionale, la sterlina o la Lira libanese si è svalutata del 90%.

Sono tornato una settimana fa da Beirut, la situazione è davvero drammatica, per come la gente sta vivendo è un miracolo. Malgrado tutto si va avanti con la ricostruzione del Centro Storico di Beirut, grazie agli aiuti internazionali e grazie a

I libanesi della diaspora. Si ricorda che il 4 agosto del 2020 al porto di Beirut esplodevano 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio abbandonate senza nessuna misura di sicurezza nel porto in mezzo al Centro Storica della Capitale Libanese. L’esplosione ha causato la morte 207 persone, ne ha ferite 7mila e ha ha danneggiato 300mila persone.

La tensione politica sempre più alta. Samir Geagea, il capo delle del Partito delle Forze Libanesi, ha detto che accetterà di essere interrogato dal giudice militare che indaga sugli scontri del 14 ottobre, ma soltanto se verrà interrogato anche Sayyed Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah.

Si ricorda inoltre che il 14 ottobre 7 manifestanti erano rimasti uccisi mentre manifestavano contro il giudice Tarek Bitar, il procuratore che indaga sull’esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020. Il giudice ha messo sotto inchiesta alcuni ex ministri, che rifiutano di presentarsi davanti al giudice. Questi hanno avviato una campagna contro il Giudice Bitar, culminata in un corteo che il 14 ottobre ha provato a marciare verso il tribunale, in un’area che confina con un quartiere cristiano. Quel mattino dei cecchini hanno sparato sul corteo, provocando un ampio scontro.

Tornando al leader delle Forze Libanese in un’intervista, giovedì scorso ha risposto che non comparirà davanti al tribunale militare se anche il capo di Hezbollah non sarà convocato.

Beirut è al buio. Il giorno del mio arrivo a Beirut l’11 ottobre per ventiquattro ore il mio palazzo è rimasto senza elettricità. Poi ci fornivano 4 ore di elettricità al giorno. Si è trattato dell'ennesimo campanello d'allarme in un paese che, sta precipitando verso il baratro.

La crisi di carburante mette a dura prova la vita quotidiana, aizza gli strozzini e vede la tensione salire sempre di più nei pressi delle pompe di benzina con file chilometriche che spesso si risolvono in risse o, talvolta, in pesanti scontri.

L’ONU avverte. La coordinatrice speciale dell'Onu per il Libano, Joanna Wronecka, ha espresso profonda preoccupazione per lo scoppio della violenza a Beirut e ha condannato l'uso della violenza armata al di fuori dell'autorità dello Stato. La coordinatrice speciale dell'Onu ha sottolineato che c'è bisogno di moderazione e di mantenere la calma e la stabilità e assicurare la protezione dei civili. Quanto alla crescente polarizzazione intorno all'inchiesta sull'esplosione al porto di Beirut nel 2020, Wronecka ha esortato i leader politici a mettere gli interessi nazionali al primo posto. "E' il momento per tutte le parti di sostenere l'indipendenza giudiziaria nell'interesse del popolo", ha ricordato.

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