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Libano - La gente allo stremo. Solidarietà dell'Italia

Talal Khrais (Nakura, Sud Libano) - "Gli italiani sono brava gente quando abbiamo bisogno d'aiuto si presentino. Da anni ci aiutano senza chiedere nulla in cambio" mi racconta l'insegnate della scuola media di Nakoyra/Nakura, sud Liban , Ali Zein. Poi continua : "Sai noi viviamo con loro come una unica famiglia , entrano nelle nostre case , mangiamo insieme e diversi militari si sono sposati con donne libanesi".

Ad un anno dall'esplosione al porto di Beirut, il Paese è ancora in una profonda crisi sociale, economica e sanitaria. Il quadro politico resta problematico e incerto e la ripresa non decolla.

Ma la solidarietà del Mondo non manca in particolare la solidarietà dell'Italia .

Secondo dati ufficiali l'ammontare mancante per acquistare beni di prima necessità è aumentato del 550% nell'ultimo anno. Tutt'ora la gente ricorda con tristezza la terribile esplosione al porto il 4 agosto 2020, che ha causato un'enorme quantità di nitrato di ammonio immagazzinato in modo non sicuro per anni - in cui sono morte 207 persone e ne sono rimaste ferite più di 6000, migliaia di case e negozi distrutti.

I familiari delle vittime lottano giorni e notti chiedendo di far luce su quanto avvenuto e che le indagini riprendano con determinazione e trasparenza.

Lo stipendio di un impiegato semplice è di 50 dollari al mese( un anno fa 850 dollari) .

L'80 percento della popolazione non riesce più a comprare carne, la maggiore parte dei bambini non bevono il latte.

L'Italia come detto prima attraverso il contingente italiano della missione Unifil sempre a fianco della popolazione , non passa giorno senza esprimere una forma di solidarietà .

Prosegue la campagna di aiuti che, attraverso donazioni di beni, di materiali e la realizzazione di specifici progetti, mira a supportare le fasce più deboli della popolazione.

In tale contesto, è stata inaugurata il mese scorso presso la comunità di Dayr Quanun An Nhar, dal Comandante del settore ovest del sud del Libano Generale di Brigata Stefano Lagorio e dal Sindaco della città Adnan Kassir, la stazione di compostaggio dei rifiuti realizzata in supporto al settore igiene e sanità per la popolazione locale.

Il progetto, finanziato con fondi italiani, ha visto la realizzazione di un fabbricato leggero con struttura metallica adibito alla raccolta dei rifiuti e la fornitura di un compattatore.

I militari italiani, oltre alle operazioni di controllo del territorio fondamentali per l’assolvimento della missione UNIFIL, sostengono la comunità libanese, pesantemente colpita dalla crisi, grazie al lavoro di coordinamento e organizzazione della cellula CIMIC (Cooperazione Civile-Militare) del comando del settore ovest del sud del Libano.

Attualmente le forze del settore ovest di UNIFIL, al comando del generale di Brigata Stefano Lagorio, sono costituite da oltre 1.000 Caschi Blu italiani e da peacekeeper provenienti da 14 nazioni (Italia compresa): Armenia, Bielorussia, Brunei Darussalam, Corea del Sud, Ghana, Irlanda, Kazakistan, Macedonia del Nord, Malesia, Malta, Polonia, Serbia, Slovenia, Tanzania e Ungheria.

La solidarietà internazionale si fa sentire ma la classe politica corrotta e responsabile della catastrofe economica e finanziaria continua a governare senza portare avanti nessuna riforma. In considerazione della situazione in Libano, il Consiglio Ue ha adottato un quadro per misure restrittive mirate che prevede la possibilità di imporre sanzioni nei confronti di persone ed entità responsabili di compromettere la democrazia o lo Stato di diritto nel Paese. Le sanzioni prevedono il divieto di viaggio nell'Unione europea e il congelamento dei beni. Questo passo è salutato dalla popolazione libanese .

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