Assadakah Roma News – Le notizie che ogni giorno arrivano dal Libano, sono a dir poco angoscianti. Il Paese ha attraversato periodi decisamente drammatici, dalla guerra civile, con cristiani contro musulmani, sciiti contro sunniti, tutti contro tutti. Un caos che evidentemente ha fatto comodo a pochi, ed è stata una catastrofe per molti. E nonostante tutto questo, il popolo libanese ha sempre dimostrato, e continua a dimostrare, una non comune empatia fra le diverse etnie, confessioni religiose, oltre le differenze sociali e culturali.
Il Libano, anni fa, non aveva i problemi economici di oggi, e non a caso era definito “la Svizzera del Medio Oriente”, le banche amministravano grandi entrate, nazionali e non solo. Nelle banche del Paese affluivano capitali da diversi Paesi, soprattutto dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi, e anche dalla Autorità Nazionale Palestinese che affidava al Libano le risorse per sostenere la propria sopravvivenza, non vi era certo la povertà attuale.
Oggi il libano è in ginocchio, la situazione sociale e soprattutto economica è disastrosa, e il cittadino della strada avrà sempre una pur nobile e dignitosa vergogna nell’ammettere l’attuale doloroso disastro che sembra non avere soluzione. Dichiarare pubblicamente la pesante indigenza che caratterizza il Libano di oggi, per i libanesi è giustamente intollerabile, perché i libanesi sanno fin troppo bene che, dopo avere attraversato una storia caratterizzata da guerre, invasioni, sofferenza, disastri di vario tipo, non meritano di essere vittime di una classe dirigente che li ha traditi, e soprattutto hanno coscienza che tutti gli sforzi e i martiri della controrivoluzione, potrebbero essersi sacrificati inutilmente. Chi ancora può permettersi di definirsi benestante, sta facendo il possibile per lasciare il Paese, e chi si reca in banca per ritirare i propri risparmi, si sente rispondere che è possibile avere unicamente valuta nazionale, la lira libanese, che oggi vale circa 1/20 rispetto al cambio ufficiale. Non pochi pare poi si stiano organizzando per trasferirsi nella vicina e più sicura Grecia.
Una crisi davvero micidiale, immeritata, e l’esempio più eloquente sono i prezzi delle materie prime, o il fatto che l’energia elettrica è garantita solo per poche ore al giorno, e per le emergenze energetiche bisogna rivolgersi a fornitori privati, che naturalmente vogliono essere pagati in moneta forte.
A Beirut non si sta vivendo bene, e sono sempre di più quelli che manifestano l’intenzione di trasferirsi all’estero, per tentare di rifarsi una vita dignitosa. Il problema è spiegabile con altri semplici esempi, sebbene la situazione sia estremamente complessa. Il Libano, funestato dalle condizioni delle disastrate finanze, manifesta tuttavia un sorprendente equilibrio religioso e sociale, ma chi si illude sia possibile fondare nuove forze politiche, per tentare di risolvere la crisi, non potrebbe fare un errore di valutazione più grave, perché purtroppo, i leader degli attuali partiti sono gli stessi di quarant’anni fa. Magari hanno cambiato bandiera, ma sono sempre loro, ed è questo il problema principale. E purtroppo non è un problema solo del Libano...
I libanesi, in ogni caso, manifestano ancora speranza, sebbene molti analisti sono dell’opinione che cambierà ben poco, ma la storia insegna che se si è sopravvissuti a guerre e disastri, è giusto avere fiducia e non arrendersi.
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