Assadakah News - Se Israele non rispetta il diritto umanitario e le convenzioni internazionali, perché sorprendersi quando non rispetta la tregua con Hezbollah?
Le speranze di pace fra Israele e Hezbollah si erano accese appena due giorni fa, con la firma di un accordo di cessate-il-fuoco come prologo al porre fine a oltre un anno di scontri e due mesi di guerra aperta lungo il confine. Tuttavia, le violazioni dell’accordo da entrambe le parti rischiano di far collassare una tregua già fragile, compromettendo la stabilità della regione e la sicurezza dei civili.
La tregua, entrata in vigore dopo intensi negoziati mediati dalle Nazioni Unite, prevedeva il ritiro delle truppe israeliane dal Libano meridionale entro 58 giorni e lo spostamento delle milizie di Hezbollah a nord del fiume Litani. Tuttavia, già nelle prime ore dopo l’accordo, si sono registrate violazioni significative. Le forze aeree israeliane hanno bombardato una postazione di Hezbollah nel sud del Libano, definendo l’operazione un “colpo di avvertimento”. Secondo l’esercito libanese, si tratta solo della prima di molteplici violazioni.
Israele ha dichiarato che l’attacco era necessario per rispondere a movimenti sospetti nella zona di Markaba, vicino alla Linea Blu. “Nell’ultima ora è stato identificato l’arrivo di sospetti, alcuni con veicoli, in diverse aree del Libano meridionale, violazione del cessate il fuoco”, ha affermato l’IDF.
Accuse reciproche e fumo negli occhi
Mentre Israele giustifica i suoi raid come operazioni preventive contro minacce terroristiche, l’esercito libanese e Hezbollah accusano l’IDF di attacchi deliberati contro civili. Hassan Fadlallah, membro di Hezbollah nel parlamento libanese, ha denunciato che le forze israeliane hanno aperto il fuoco contro i civili che stavano rientrando nei loro villaggi lungo il confine. “Il nemico israeliano sta attaccando coloro che rientrano nelle aree di confine”, ha dichiarato. Alcuni miedia libanesi riportano che i raid israeliani hanno colpito sei località entro due chilometri dalla Linea Blu, tra cui Markaba, Wazzani e Kfarchouba. Parallelamente, l’IDF ha rivendicato un attacco contro due operativi di Hezbollah nel sud del Libano, accusandoli di aver lanciato razzi contro Israele.
Equilibrio precario
Alla luce delle violazioni, l’apparato di sicurezza israeliano ha stimato al 50% le probabilità di una ripresa delle ostilità. Fonti militari, citate da Ynet, sottolineano che l’incertezza sulla tenuta della tregua è uno dei motivi per cui decine di migliaia di residenti sfollati nel nord di Israele non sono ancora stati autorizzati a rientrare. Intanto, l’esercito libanese ha emesso un avviso ai cittadini che stanno tornando nei villaggi al confine meridionale, invitandoli a evitare le aree presidiate dalle truppe israeliane. Parallelamente, le forze libanesi hanno iniziato a dispiegarsi a sud del fiume Litani in coordinamento con l’UNIFIL, cercando di garantire il rispetto dell’accordo.
Uno sguardo al futuro
Se la tregua fallisse, il rischio di una nuova escalation sarebbe elevato. Mentre entrambe le parti accusano l’altra di violare l’accordo, la verità è che le basi per una pace duratura restano fragili. La popolazione civile, nel frattempo, continua a pagare il prezzo più alto, intrappolata tra il fuoco incrociato e un futuro incerto.
La storia del conflitto tra Israele e Hezbollah ci ricorda che la pace, quando non è accompagnata da un impegno reale verso il dialogo e il rispetto reciproco, resta solo un’illusione. E in Medio Oriente, questa illusione rischia di svanire più velocemente di quanto duri una tregua.
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