Talal Khrais - Discorso infiammato, ideologico com’era prevedibile, ma anche razionale e freddamente oggettivo, quello del segretario generale di Hezbollah, S.E. Sayyed Hassan Nasrallah, che per altro era molto atteso in quanto prima apparizione dopo lo scoppio della violenza, il 7 ottobre. La situazione obbligava Sayyed Hassan Nasrallah a parlare, per esporre le motivazioni e le condizioni in cui Hezbollah è disposto a trattare la situazione, che di giorno in giorno si aggroviglia sempre di più, e con sempre più vittime fra la popolazione della Striscia di Gaza e della Cisgiordania.
Le ragioni per cui Hamas è sceso in guerra sono ormai chiare, come lo sono i motivi che hanno animato i Qassam all’inizio della battaglia, e che hanno evidenziato la debolezza dell’occupazione israeliana, la perdita continua di credibilità e della funzionalità del ruolo che Israele ha nella regione, basata sulla perdita di credibilità degli Stati Uniti. A questo si deve aggiungere la partecipazione della resistenza libanese sul confine settentrionale, che ha inferto ai presidi delle forze di occupazione notevoli danni dal punto di vista della sicurezza. Allo stesso modo, anche le strutture americane nella regione stanno subendo continui attacchi su diversi fronti. Inoltre, molti Paesi arabi si stanno mobilitando (il Sultanato dell'Oman ha chiesto una inchiesta ufficiale internazionale per i crimini di guerra israeliani) , perfino il movimento Houthi dallo Yemen e la resistenza irachena.
S.E. Sayyed Hassan Nasrallah ha poi messo in conto che presto potrebbe essere notificato un vero e proprio ultimatum alle forze americane e israeliane, per un blocco dell’offensiva, minacciando l’intervento del cosiddetto “asse anti-israeliano”, ovvero una coalizione dell’Islam. Naturalmente, nel fermare l’offensiva, è compresa anche quella dei coloni israeliani in Cisgiordania e, soprattutto, la fine dell’occupazione e la restituzione dei territori ai legittimi appartenenti, secondo il diritto internazionale, ovvero Siria, Giordania, Libano e Palestina.
Chi ha ascoltato il discorso di Sayyed Hassan Nasrallah può quindi avere un quadro sufficientemente chiaro della situazione. Anzitutto Hezbollah non oltrepasserà i limiti delle regole di ingaggio stabilite nel 2006: a ogni colpo singolo, una singola risposta, entro i confini dei territori libanesi occupati, ovvero Shebaa, Kfar Shuba, Ghajar, e tutti i villaggi occupati dal 1948. A scopo preventivo, Hezbollah si è espanso fino alla zona di Safad. Nasrallah ha poi sottolineato il fatto che gli obiettivi di Hezbollah sono rigidamente limitati al settore militare, mentre la risposta israeliana si è accanita sui civili, causando anche diversi morti e feriti. A questo punto, se sarà coinvolto un solo civile – ha affermato – la risposta sarà di conseguenza, anche i civili saranno considerati obiettivi.
“Non posso escludere una eventuale entrata in guerra del Libano nel conflitto, in caso di una escalation fuori controllo, ma di certo non sarà una nostra scelta, perché dipenderà dal comportamento di Israele”.
Le parole di Sayyed Hassan Nasrallah fanno chiaramente intendere l’importanza della persona, che a questo punto appare come colui che dirige l’alleanza delle forze della resistenza nella Regione, che agiscono tutte insieme con il coinvolgimento dell’Iran. Un’alleanza pronta a dare una risposta, dovunqne e comunque, sempre più forte a ogni provocazione e violenza. Ne è prova il fatto che da questa mattina, anche in Iraq, la resistenza effettua attacchi contro presidi e basi americane, da più di venti giorni anche sul confine giordano e in Siria. E non è detto che anche il movimento Houthi, dallo Yemen, possa a sua volta intervenire, dal momento che ha il controllo dello Stretto di Bab-el-Mandeb, di fronte a Gibuti, per altro avamposto americano. Esiste il rischio che possano venire colpite navi israeliane o americane, con una escalation fuori controllo.
Sayyed Hassan Nasrallah ha poi pronunciato un chiaro e diretto avvertimento agli Stati Uniti: “Siete complici di ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, pur essendo in grado di fermare tutto questo, e non lo fate. Permettere che avvenga un genocidio sotto gli occhi del mondo, quindi siete colpevoli anche più dello stesso governo israeliano, oggi debole e corrotto, e non in grado di prendere decisioni che scatenino ciò che è oggi in atto. Voi state facendo la guerra contro il popolo palestinese, per la brama di conservare territori occupati abusivamente, quindi a questo punto diventate automaticamente un obiettivo.
Diverse informazioni confermerebbero che esiste in rischio di un intervento massiccio americano contro Hebzollah. A tale proposito Sayyed Hassan Nasrallah ha dichiarato che Hezbollah è a sua volta in grado di rispondere adeguatamente, "colpendo direttamente obiettivi americani, come è già successo in precedenza”.
Uno scenario che non fa ben sperare, e al quale bisogna credere, perché non si tratta di fantapolitica, mentre sul campo la situazione è sempre più tragica, con gli israeliani che mentono sulle perdite subite, molto superiori a ciò che dichiarano, a causa delle continue infiltrazioni dentro Gaza, che una dopo l’altra sono risultate fallimentari.
Come risulta falsa la notizia sull’avere colpito circa 11mila obiettivi militari, perché è un numero molto superiore a quelli che realmente potrebbe contenere Gaza, estesa per 250 km quadrati. E se anche fosse, a questo punto Hamas dovrebbe essere già stato completamente annullato, invece continua a reagire, a colpire, a combattere e resistere.
Sayyed Hassan Nasrallah ha concluso l’intervento ammonendo Israele e USA per non avere imparato dal passato, soprattutto dagli eventi del 2006, quando è scoppiata la guerra fra Libano e Israele perché due soldati israeliani erano stati sequestrati da Hezbollah allo scopo di essere scambiati con circa 470 prigionieri libanesi e palestinesi. Israele aveva rifiutato ogni proposta e imposto la liberazione dei due soldati senza alcuna condizione. Com’è finita? Che i prigionieri libanesi e palestinesi sono stati liberati, e Israele ha ottenuto i cadaveri dei due soldati. Da considerare però, che oggi Hezbollah non è comunque quello del 2006, la sua potenza è decuplicata, ed è in grado di colpire ogni angolo di Israele, non più solo con 10mila razzi, ma con oltre 150mila. Sayyed Hassan Nasrallah ha poi concluso: “Hezbollah vuole la restituzione dei territori che Israele ha sottratto al Libano, e consiglia la trattativa con Hamas, perché non sono gruppi isolati di una resistenza disorganizzata, ma un vero e proprio esercito, sostenuto da un popolo”.
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