Talal Khrais - Tutti i mali del Libano sono causati dalla corruzione. La crisi economica e finanziaria che colpisce duramente, con la lira che ha perso il 90% del suo valore, ha trasformato il Paese in una nazione povera, causata dalla classe politica che tutt'ora governa. La corruzione non è la radice della crisi economica, è la crisi economica stessa. Il potere corrotto riesce anche a impedire a un giudice onesto, di perseguire i presunti corrotti. Questa assurdità "ha acceso lo scontro politico tra le più alte cariche dello Stato attorno al procedimento giudiziario contro l'attuale e inamovibile governatore della Banca centrale Riad Salame", scrive Ansamed. "Riad Salame in carica dal 1993 come governatore della Banca Centrale, é accusato da più parti di essere corresponsabile del fallimento finanziario, palesato nel paese dal novembre del 2019, ma la responsabilità del default ricade, sostengono gli analisti, su tutta la classe politica al potere da decenni", sottolinea l'agenzia Ansa.
Tra gli esponenti di questa oligarchia figura l'attuale capo dello Stato Michel Aoun, il cui mandato è in scadenza quest'anno, e l'altro inamovibile rappresentante istituzionale, il presidente del parlamento Nabih Berri.
Il giudice Ghada Aoun ha emesso un mandato di comparizione anche nei confronti del capo della polizia libanese, Imad Osman, sostenuto dall'ex premier Saad Hariri e, indirettamente, dallo stesso Berri, che è vicino al governatore Salame, su cui pesano procedimenti giudiziari in Libano e in Europa. Agenti della Sicurezza dello Stato si sono recati alla residenza di Salame per portarlo a palazzo di giustizia per essere interrogato ma, come raccontano i media di Beirut, agenti della polizia si sono opposti, creando tensione fra le due agenzie di sicurezza. Salame risulta al momento irreperibile, nonostante sia sempre formalmente in carica ai vertici della Banca del Libano.
Le autorità giudiziarie lussemburghesi si sono unite alla Svizzera e alla Francia per diventare il terzo Paese europeo ad aprire un procedimento penale contro il governatore della Banca Centrale libanese Riad Salame e i suoi beni, ha confermato all'OCCRP.
L'OCCRP e il suo media partner libanese, Daraj, l'anno scorso hanno scoperto una vasta rete di società offshore legate a Salame ai suoi familiari e soci, di cui quattro registrate in Lussemburgo.
La prima delle due indagini sul governatore, pubblicata nell'agosto dello scorso anno, ha rivelato la proprietà di Salame di tre società in Lussemburgo che possedevano quasi 100 milioni di dollari in attività all'estero. Salame ha affermato che la fonte dei suoi fondi deriva dalla sua carriera di successo nel settore bancario e commerciale, e dalle sue eredità, prima che lavorasse presso la Banca Centrale.
I conti delle società suggeriscono che decine di milioni di euro di finanziamento per gli investimenti erano garantiti, ma senza garanzie. Una quarta società lussemburghese, di proprietà del fratello del governatore, ha stanziato 17,2 milioni di euro (18,8 milioni di dollari) per un veicolo di investimento immobiliare francese, che ha acquisito immobili di lusso a Parigi.
La seconda indagine, pubblicata a dicembre, ha rilevato che una società legata a Salame ha acquistato una partecipazione nella società di gestione patrimoniale del figlio, e poi l'ha venduta a una grande banca libanese da lui stesso amministrata.
Il governatore della Banca Centrale libanese ha continuato a investire in preziose proprietà all'estero durante il tracollo economico di due anni del suo paese che ha precipitato nella povertà il 74% dei libanesi, secondo una recente analisi delle Nazioni Unite.
Fulwood Invest S.a.r.l. è una società lussemburghese, di proprietà di Riad Salame, e diretta dal figlio, Nady Salame, che nel giugno 2020 ha acquistato una proprietà da 6,25 milioni di sterline (7,8 milioni di dollari USA) nella zona ovest di Londra, secondo i documenti ottenuti da OCCRP. L'attività guadagna 320.000 GBP (428.543,68 USD) di reddito annuo da locazione da inquilini commerciali, secondo un geometra che ha valutato la proprietà. La stessa società, nel dicembre 2020, ha acquistato una proprietà da 4,9 milioni di sterline (6,5 milioni di dollari USA) nella costosa zona di Kings Cross, nel centro di Londra.
Le società e le attività di Salame si estendono in più Paesi, tra cui Germania, Belgio e Regno Unito, oltre a paradisi fiscali favorevoli, come Panama, Liechtenstein e Isole Vergini britanniche.
Diversi Paesi stanno coordinando gli sforzi, secondo il quotidiano Le Monde, che ha riferito che il mese scorso un certo numero di autorità giudiziarie europee si sono incontrate all'Aja con i pubblici ministeri francesi e libanesi incaricati di indagare su Salame, per formare una squadra investigativa transnazionale e facilitare lo scambio di informazioni sul caso.
Riad Salame, comunque, non è il solo ad essere oggetto di indagine: l'ex ministro dei Lavori pubblici e dei Trasporti del Libano, Youssef Fenianos, in questo momento é considerato latitante perché non si è presentato all’interrogatorio che riguarda la devastante esplosione del porto di Beirut del 4 agosto 2020, e altri due ex ministri, vicini al Presidente del Parlamento Nabih Berri, cioé Ali Hassan Khalil e Ghazi Zoaiter, sono stati a loro volta dichiarati latitanti.
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