Assadakah Beirut – “Dal nuovo governo italiano ho percepito una sorta di comprensione maggiore della situazione regionale, soprattutto per il Libano". Lo afferma l'ex presidente libanese Amin Gemayel, sottolineando di aver acquisito coscienza di preparativi concreti per aiutare il Libano ad uscire dalla crisi in cui si dibatte da decenni.
L'ex capo del partito cristiano-maronita (le Falangi libanesi), fondato dal padre Pierre Gemayel, ritiene che "ora c'è uno spiraglio per le soluzioni auspicate. E questo spiraglio non resterà aperto per molto tempo. Questo è quello che ho percepito dalla maggior parte dei funzionari italiani che ho incontrato. Tanto più - ha proseguito Gemayel, in visita al Palazzo dell'Informazione - che la parte italiana ha lasciato intendere di voler avviare nei prossimi giorni o settimane contatti con governi, siano essi europei o arabi. Contatti in particolare con la Francia esclusivamente legati alla questione libanese e per l'avvio di iniziative diplomatiche che porterebbero a una soluzione della crisi".
"Tutti sanno - riconosce Gemayel, che perse il figlio Pierre, ministro dell'Industria, in un attentato a Beirut nel 2006 - che la questione libanese è molto complessa e comprende una parte di natura strategica, cioè riguardante i rapporti con alcuni Paesi limitrofi, e problemi economici, sociali e umanitari dovuti all'aggravamento della situazione economica e al collasso della lira libanese".
Secondo il leader politico libanese, "le autorità in Italia si sono rese conto della gravità della situazione e delle difficoltà della sua soluzione, ma allo stesso tempo hanno compreso alcuni possibili percorsi che potrebbero facilitare o aprire la strada".
L'ex presidente del Libano, Paese stretto nella morsa di una crisi socio-politica profonda, acuita dall'assenza di un nuovo capo di Stato e dalla mancanza di un governo nel pieno dei suoi poteri, durante la sua visita in Italia è stato ricevuto alla Farnesina dal vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L'ufficio stampa di Gemayel ha riferito che nell'incontro con Tajani sono stati affrontati temi, tra cui, "gli ostacoli posti da Hezbollah per impedire l'elezione di un presidente della Repubblica, l'importanza delle relazioni politiche ed economiche tra Libano e Italia ed il ruolo del contingente italiano della missione Unifil per stabilire la sicurezza nel sud".
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