Comunicato Stampa - Il 12 luglio, il Parlamento Europeo ha votato una mozione nella quale si chiede, senza alcun diritto legale, giurisdizionale, politico o amministrativo, di fare restare in Libano oltre 2 milioni di profughi siriani, ovvero più di 1/3 della popolazione del Paese. Una tale decisione è a tutti gli effetti un diktat, destinato a causare ulteriori problemi per il Libano, che già sta vivendo, da diversi anni, una situazione di emergenza, con energia elettrica a singhiozzo, crisi economica, governo impantanato che non riesce ad eleggere un presidente della Repubblica
A sorprendere è poi l’atteggiamento dell’Italia, che conosce fin troppo bene le condizioni attuali del Libano, e nonostante questo ha votato in favore della proposta, mentre i portavoce delle varie forze politiche si trincerano dietro un vergognoso “no comment” o, ancora peggio, dicono di non avere sufficienti informazioni a riguardo e anzi, accusano di xenofobia i Libanesi, notoriamente fra i popoli più ospitali e aperti del mondo. A tale scopo, la associazione italo-araba Assadakah chiede apertamente la revisione della proposta del Parlamento UE, perché un Paese con 4 milioni di abitanti, che si trova nelle attuali condizioni, non può farsi carico di una ulteriore emergenza senza prima avere risolto i problemi politici e amministrativi interni.
La decisione UE è una imposizione peggiore delle sanzioni, verso chi ha solo l’intenzione di salvare il proprio Paese, specialmente perché adesso l’80% del territorio Siria è in sicurezza e perfettamente in grado di riaccogliere gli sfollati fuggiti dalla guerra.
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