Assadakah Beirut - Le autorità giudiziarie francesi hanno emesso mandato di arresto internazionale per il governatore della Banca Nazionale del Libano, Riad Salame, coinvolto in diverse inchieste per riciclaggio, corruzione e altri capi d’accusa, commessi fra il 1993 e il 2019, con la movimentazione di somme superiori ai 300 milioni di euro.
Il giudice istruttore francese, incaricato dell'indagine in corso da due anni sul patrimonio europeo di Salame, ha emesso l'ordinanza dopo che il governatore non si è presentato all'interrogatorio previsto a Parigi. Salame, il fratello Raja e altri membri del suo entourage sono da tempo al centro di una serie di indagini in diversi Paesi europei e in Libano per diversi illeciti finanziari. Salame è considerato l'artefice di trent'anni dell'ingegneria finanziaria che ha consentito alla élite politica libanese di arricchirsi e rimanere al potere dalla fine della guerra civile (1975-90), si è difeso tramite i suoi avvocati, che hanno giustificato l'assenza del governatore, il cui mandato scade il prossimo luglio, adducendo ragioni formali: la citazione, hanno detto gli avvocati di Salame, è stata inviata solo 10 giorni prima la data dell'interrogatorio, e i tempi non sono stati rispettati.
Salame ha ribadito la sua estraneità alla vicenda giudiziaria. Fonti giudiziarie libanesi affermano che la polizia locale ha più volte tentato di recapitare in tempo l'ordine di comparizione per l'interrogatorio parigino ma che il governatore si è reso irreperibile. Le leggi libanesi non prevedono l'estradizione dei suoi cittadini ma applicano le decisioni dei tribunali stranieri che li riguardano. Da parte sua, Salame non ha mai accennato alla possibilità di dimettersi nonostante le accuse e i procedimenti giudiziari aperti in Libano e in diversi Paesi europei. Nessun membro di spicco della élite libanese ha mai chiesto le sue dimissioni. Salame rimane in carica ai vertici della Banca Centrale, che svolge un ruolo chiave nella gestione del fallimento bancario del Libano del 2019.
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