Talal Khrais (Beirut) - I libanesi resistono malgrado la drammaticità della situazione economica. Questa mattina sono passato alla National News Agency NNA per salutare i colleghi prima di ritornare a Roma. Tutti colleghi non hanno intenzione di lasciare il Libano, credono che il Paese si salverà se loro resistono e continuano la loro lotta per il cambiamento, per uno Stato moderno e democratico che nasce sulle macerie della corruzione.
Il Libano quasi al buio a causa della carenza di carburante. La rete elettrica libanese ha smesso di funzionare ed è improbabile che riparta presto.
Molti libanesi hanno provveduto a fornirsi già da generatori diesel privati che, tuttavia, sono diventati sempre più costosi da gestire a causa della mancanza del carburante stesso e non possono comunque coprire le carenze della rete elettrica nazionale soprattutto nella considerazione che, prima della recente sospensione totale, già era successo che venissero erogate solo due ore di elettricità al giorno.
La situazione sempre più drammatica per l'infanzia innocente. In Libano 1,3 milioni di bambini rischiano di perdere il terzo anno consecutivo di scuola a causa della mancanza di risorse. A causa della svalutazione della lira libanese un stipendio minimo non basta per fare il pieno della benzina.
Save the Children lancia un appello dietro l'altro per garantire la protezione e la sicurezza per i bambini. Il Libano è, purtroppo, anche alle prese con le conseguenze dell'esplosione di Beirut il 4 agosto 2020, che ha causato la morte di 219 persone e ne ha ferite circa altre 7.000. Dopo l'esplosione il governo si era dimesso, lasciando la paralisi politica. Najib Mikati è diventato primo ministro a settembre scorso, più di un anno dopo l'uscita dalla precedente amministrazione.
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