Assadakah Beirut - Il funzionario libanese responsabile delle relazioni con il Fondo Monetario Internazionale, che ha il difficile compito di salvaguardare l’economia libanese, ha ufficialmente chiesto le dimissioni del governatore della Banque du Liban, Riad Salameh, accusato di corruzione e oggetto di mandato di arresto internazionale. Considerato il custode della stabilità finanziaria del Libano, Riad Salameh è ora accusato del crollo economico del Paese, che ha portato la maggior parte della popolazione in condizioni di estrema povertà.
Il vice-primo ministro ad interim del Libano, Saade Chami, ha dichiarato che le accuse mettono a rischio la credibilità del governo e potrebbero minacciare le relazioni finanziarie con il resto del mondo, in particolare con il FMI, per cui ha ufficialmente chiesto le dimissioni del governatore della Banca Centrale, che fino ad oggi, nonostante lo scandalo, le inchieste e le denunce internazionali, continua ad occupare il proprio posto, da oltre trent’anni. Le indagini condotte dalle autorità di diversi Paesi europei, ha infatti portato alla luce ricchezze personali nascoste all'estero, e ha sollevato interrogativi sul mandato alla Banca Centrale e su questioni di corruzione nel sistema finanziario e politico libanese.
Salameh, che ha negato le accuse di corruzione e cattiva gestione, non ha risposto a una richiesta di commento, mentre il ministro Chami ha dichiarato che, sebbene Salameh sia innocente fino a prova contraria, non è possibile né accettabile che qualcuno, accusato di molteplici presunti crimini finanziari in diversi Paesi, continui a esercitare i propri poteri.
Il mandato di Salameh scade comunque nel prossimo mese di luglio, e lui ha già detto che non cercherà di prolungarlo. Le accuse includono arricchimento illecito e riciclaggio di 330 milioni di dollari. Salameh ha ripetutamente negato le accuse e ha insistito sul fatto che la sua ricchezza deriva dal precedente lavoro come banchiere d'investimento presso Merrill Lynch, da proprietà ereditate e da diversi investimenti. In una dichiarazione rilasciata all'inizio di questa settimana, Salameh ha accusato l'indagine e il processo giudiziario francese di "due pesi e due misure" e di aver fatto trapelare informazioni riservate ai media, e ha confermato l’intenzione di impugnare il mandato di arresto.
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