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Libano - BDL promette lotta a crisi e terrorismo

Aggiornamento: 3 giorni fa

Assadakah Beirut - Il nuovo governatore della Banque du Liban (BDL, Banca Centrale del Libano) Karim Souaid, ha promesso che combatterà il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e lavorerà in modo indipendente, lontano da qualsiasi intervento politico. "Lavoreremo per implementare le leggi internazionali oltre a combattere il riciclaggio di denaro e sostenere il terrorismo", ha detto Souaid, parlando dopo aver assunto ufficialmente l'incarico a Beirut.

Karim Souaid, governatore della Banca Centrale del Libano
Karim Souaid, governatore della Banca Centrale del Libano

L'ex asset manager ha aggiunto che le banche in Libano dovrebbero ricapitalizzarsi con nuovo denaro e quelle che non possono e non vogliono farlo possono fondersi con altri istituti di credito. Ha poi sottolineato che la priorità sarà restituire i depositi a partire dalle persone che hanno conti piccoli e ha aggiunto che la restituzione dei depositi dovrà essere responsabilità delle banche, della banca centrale e dello Stato. Souaid ha concluso assicurando che la banca centrale studierà tu tti i piani di ripresa economica proposti dai precedenti governi per aiutare il Libano a uscire dalla crisi. Wassim Mansouri, che è stato governatore ad interim della banca centrale dal luglio 2023, ha dichiarato che le riserve della banca centrale ammontavano a 10,727 miliardi alla fine di marzo.

Souaid succede a Riad Salameh, il controverso ex governatore che ha ricoperto la carica per 30 anni e il cui mandato è terminato con diversi casi di corruzione internazionale a suo carico, nonché per appropriazione indebita e altri reati finanziari. Salameh è stato nominato nel 1993, quando il Libano stava cercando di riprendersi dopo una guerra civile durata 15 anni.

L'economia del Libano sta attraversando la peggiore crisi della sua storia moderna dal 2019 e lo Stato deve attuare le riforme richieste dalla comunità internazionale. Tali riforme sono necessarie per sbloccare gli aiuti internazionali e, soprattutto, per riprendersi dalla guerra di 14 mesi tra Israele e Hezbollah che ha causato danni e perdite economiche per 11 miliardi di dollari, secondo le stime della Banca Mondiale. La crisi del Libano è radicata in decenni di corruzione da parte dei leader politici e finanziari del Paese che hanno prosciugato le risorse statali e alla fine hanno portato a una corsa alle banche nel 2019, dopo la quale le persone hanno perso l'accesso ai loro conti depositi. Da allora la situazione è peggiorata con la pandemia, l'esplosione del porto di Beirut nell'agosto 2020 e la guerra Israele-Hezbollah.

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